Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:61 min.
Etichetta:Invictus Productions
Distribuzione:Invictus Productions

Tracklist

  1. THE BLACKENED TALMUDIST
  2. UNBLESSED
  3. UNDER WINGS OF CHERUBIM (DVIR, PART I)
  4. YAHWEH'S VENGEANCE
  5. DESERT DEMONS
  6. HOUNDS OF HEROD
  7. THE SPOILS OF JUDEA (DVIR, PART II)
  8. THE BLACK MOON (YARE'ACH SHACHOR)
  9. WHERE DUST CANNOT FALL
  10. THE STONE OF SAKRAH
  11. THE DARK ARK (DVIR, PART III)
  12. THE THIRD TEMPLE

Line up

  • Salpsan: All instruments, Vocals, Songwriting, Lyrics

Voto medio utenti

A sei anni di distanza da "Antimoshiach" (2018), a cui sono seguite alcune uscite minori, come uno Split nel 2019 e un paio di singoli, il musicista Salpsan rilascia, sotto l'egida della Invictus Productions, il secondo lavoro della sua creatura, gli Spite: "The Third Temple".

Di Salpsan, attivo in molteplici progetti, avevamo già parlato di recente, recensendo un altro dei suoi gruppi principali, gli Horns & Hooves, che pur nella loro bontà non ci avevano convinto a pieno.
"The Third Temple", sotto il profilo tematico tratta, come di consueto per opere di questo tipo, di racconti religiosi in chiave anticristiana; nello specifico, similmente al suo predecessore, viene focalizzata l'attenzione su alcuni vangeli apocrifi e sulle loro profezie oscure e apocalittiche.
Mentre, soffermandosi su ciò che più ci preme, l'aspetto musicale, l'americano ci propone una miscela di Black Metal di matrice scandinava, piuttosto vicina alla scuola del True Norwegian Black Metal, unita alle articolazioni più complesse di una fiamma nera affondante le sue radici in substrati Thrash / Death, con innervazioni melodiche sofisticate, armonizzazioni di dissonanze caratteristiche, e in generale dotato di un tasso tecnico e una ricercatezza compositiva che potrebbe rimandarci, parzialmente, agli alfieri dello USBM Absu, pur senza pervenire a tali picchi qualitativi.

"The Third Temple" è un LP di Black Metal vero, e abbraccia integralmente la scelta della linea dura, impreziosita da un approccio alla materia tutt'altro che banale, pur senza perdersi in astrusi tecnicismi. Paga probabilmente il dazio di una eccessiva ampia diluizione dei suoi contenuti… Oltre un'ora di musica su questa scia risulta di difficile assimilazione.
In ogni caso si tratta di un lavoro di alto livello… Fosse anche solo per l'epicità della "Title-track": nera e vecchia scuola fino all'osso.

Recensione a cura di DiX88

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