La Finlandia è conosciuta come il paese con la più alta densità di ascoltatori di musica rock e metal, grazie alla presenza di circa 53 band metal per ogni 100.000 abitanti.
Per i finlandesi, la musica metal non è solo un genere musicale, ma una parte fondamentale della loro identità nazionale e culturale.
Tra i nuovi arrivati sulla scena oggi vi presentiamo i
Beyond The Hate, quintetto nato a Helsinki nel 2017 che, dopo una lunga teoria di singoli e l'EP autoprodotto "
Betrayal of Time" (2020), grazie al fiuto della conterranea
Inverse Records approda quest'anno al debut "
Darkest Times".
La proposta della band è passata rapidamente dalle sonorità heavy metal degli esordi ad uno dei generi più diffusi nella terra dei mille laghi (nonchè mio personale terreno di gioco d'elezione): quel death melodico venato di malinconia e nel quale le atmosfere create sono pilastro fondante che ha in gruppi come
Insomnium, Marianas Rest, Swallow the Sun, Omnium Gatherum e Wolfheart le proprie punte di diamante.
"
Darkest Times" durante la propria importante durata (oltre 60 minuti) esplora l'oscurità e la morte che i
Beyond the Hate hanno incontrato intorno a loro nel corso degli anni, è dedicato a tutti coloro che hanno perso lungo il proprio cammino ed al vuoto incolmabile che queste persone hanno lasciato.
Il processo di creazione è stato lungo e complesso, partito nel 2018 e via via raffinato, sgrezzato, cesellato sino al risultato attuale.
Un risultato invero sorprendente che riverbera in ognuna delle 12 tracce in cui atmosfere disperate e dense di malinconia, sussulti violenti, inserti epici, rigurgiti veementi e brucianti avvolgono l'ascoltatore in una spirale oscura ed affascinante.
Tutta l'impalcatura del disco è sorretta da trame solide sia per le parti più aggressive ("
Dark is the Sky" o "
Sign of Weakness") sia quando i brani vengono arricchiti ed addomesticati da elementi orchestrali e corali e da chitarre acustiche (la ballad "
Black Within" con ospite la voce dei
Numento Katri Hiovain-Asikainen o l'introspettiva e sognante "
In Memoriam" con la prova sontuosa di
Jaakko Mäntymaa dei
Marianas Rest).
Alle molte luci evidenziate - e non può che essere così dato che parliamo pur sempre di un debut album - si affiancano anche alcune ombre date principalmente dalla mancanza di "sorprese" durante tutto il dipanarsi del platter: le canzoni sono senza dubbio di alto livello ma hanno un andamento piuttosto simile l'una all'altra (intro di tastiera, accelerazione improvvisa, parte centrale più soffusa e quieta sino all'esplosione finale: questo il pattern principale) impedendo a "
Darkest Times" di spiccare come dovrebbe.
Resta però tutto il - buonissimo - resto di cui abbiamo trattato che lascia intendere un potenziale di ottimo livello e se - come recita il vecchio adagio - il buongiorno si vede dal mattino il nome
Beyond The Hate uscirà presto dal circuito underground.
Beyond the Hate - "
In Memoriam"
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?