In gioventù sarei letteralmente “impazzito” per un disco come questo.
E il fatto più bizzarro (o “preoccupante”, per qualcuno …) è che anche oggi, nella mia piena “maturità” di essere umano e di
rockofilo, pur consapevole di come la tecnologia agevoli enormemente questo tipo di proposte musicali, faccio una certa fatica a smettere di ascoltare “
III” degli
Heartwind.
Il motivo di tale difficoltà è concentrato in dieci canzoni eccellenti, suonate ottimamente e cantate da un’accurata selezione di blasonati rappresentanti della fonazione modulata scandinava, perfettamente integrati nei diversi
mood dei brani.
Merito dei nobili
vocalist, dunque, ma forse ancor di più di chi li ha selezionati e abbinati alle singole tracce, concepite e strutturate in modo da generare un brillante calderone di
hard melodico dagli accenti tipicamente nordici, che farà la gioia di chi freme per Europe, Treat, 220 Volt e Glory.
Insomma, plauso innanzi tutto agli esperti
Göran Engvall,
Mikael Rosengren e
Peter Svensson, attuale
core team della
band, e poi alle varie ugole auree che si avvicendano felicemente lungo la scaletta, senza dimenticare gli ospiti di rilievo (
Nalle Pahlsson,
Henrik Bergqvist,
Fredrik Folkare e
Carl Berglund, tutta “gente” con ricchi e prestigiosi
curricula) che supportano il comparto esecutivo.
Nell’albo troverete un sacco di “bella roba”, a cominciare dalla vigorosa
opener “
Warrior”, interpretata da un ottimo
Jakob Samuel (The Poodles), per passare alla melodia avvolgente di “
Facing the night” a cui
Robert van der Zwan conferisce un felice tocco dei suoi Remedy, e completare la prima terna del programma con
Matti Alfonzetti (Jagged Edge, Impera, …), impegnato, in versione
David Coverdale, nella grintosa pastosità di “
Struck by love”.
Si procede senza soluzione di continuità nella gradevolezza uditiva grazie ad
Andreas Novak (House Of Shakira) e alla seduzione
adulta di “
Now is the time”, mentre all’ugola granulosa di
Rick Altzi (At Vance, Gathering of Kings, …) tocca la gestione oculata della notturna “
One reason” e della pulsante “
Cry for love”, pezzi progettati ancora una volta per far provare un
brividino di compiacimento agli ammiratori dei Whitesnake.
Con il microfono nelle sapienti mani di
Thomas Vikström (Candlemass, Therion, Stormwind, …) si torna in territori più tipicamente scandinavi ed ecco che tra
riff cromati, tastiere e cori estetizzanti e armonie evocative “
Blink of an eye” e “
Brothers” non mancheranno di appagare i sensi di chi ama particolarmente i suoni “venuti dal freddo”.
All’unica fanciulla della sontuosa congrega,
Nina Söderquist, è affidata “
Crying in the rain”, atta a soddisfare la componente melodrammatica / sinfonica di un’opera che si esaurisce con i “
Rocking heroes” declamati da
Matt Marinelli (Borealis), piuttosto abile nel risollevare le sorti di un brano, in realtà, non particolarmente brillante.
Così, se titubare di fronte alle attuali scelte artistiche degli
Heartwind, dalle prerogative così altisonanti e composite, e alle loro prospettive future, può essere considerato un comportamento legittimo, molto meno è dubitare del valore di “
III”, un
album all’ascolto apprezzabile senza remore.