Nuovo progetto musicale in casa Frontiers, che stavolta risponde al nome di
The Nail, band nata dal sodalizio tra
Girish Pradhan (cantante e chitarrista dei Girish And The Chronicles) e la famiglia
Eroglu, nella fattispecie i due fratelli
Efe e
Reis, aiutati dal padre in veste di produttore di questo disco e debut album omonimo. La proposta non si sposta molta da quella dei GATC, un hard rock molto roccioso, con una produzione moderna che fa suonare il tutto come una sorta di Dokken o Winger trasportati nel sound del 2024. Paragone che, posso capire, potrebbe far rabbrividire alcuni, ma fatta eccezione per alcuni passi falsi, l'ascolto non è così malvagio come si potrebbe pensare. Certo, il tutto non viene certo aiutato da una copertina che non si può certamente definire iconica e che svetta tra le tante, seppur mantenga decisamente fede al monicker usato dal terzetto.
Partiamo subito dai lati negativi, e togliamoci subito il dente: molte volte il gruppo tende a spingere troppo l'acceleratore su sonorità che tendono a snaturarsi dal resto della tracklist, come
'Exorcist', dall'incedere enigmatico e che poi esplode in un ritornello non proprio fenomenale, e medesimo discorso si può fare anche con
'Walk The Line', troppo smielata e melodica, che non sa di nulla. Per il resto però, c'è da dire che quando i tre si concentrano tirano fuori delle piccole bombe mica male, come la iniziale
'Hit And Run' o
'No Time To Burn', o la conclusiva semiballad
'Fall Back Now', che poteva anche essere tagliata di un minuto e mezzo, ma lì è voler cercare un po' l'ago nel pagliaio. Punto forte di tutto il disco però è la voce di
Girish Pradhan, davvero piena di energia, che anche nei pezzi strutturalmente più deboli non manca di incisività, e che regala performance sempre di alto livello, vedasi
'Broken', un concentrato di adrenalina dall'inizio alla fine. Un plauso finale va infine dato alle tastiere, appena dietro tutti gli altri strumenti, ma che contribuiscono a creare la giusta atmosfere nel momento più adatto, vedasi ad esempio il chorus della Titletrack.
Un buon lavoro davvero quello dei
The Nail che, pur con qualche naturale calo, riescono comunque a confezionare un disco più che meritevole e degno di ascolto. Non rivoluzionerà il vostro 2024, ma comunque una possibilità vi consiglio di concedergliela.
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