Passati colpevolmente quasi del tutto inosservati, dopo l’ottimo esordio “
Vice World” (2019), i tedeschi
Turbokill ci riprovano, a 5 anni di distanza, con
Champion, uscito sempre per la connazionale
Steamhammer.
Il nuovo album dei Nostri è un’esplosiva combinazione di elementi heavy-power, con una leggera, quasi impercettibile, spruzzata di AOR, mescolati sapientemente tra di loro, in maniera tale da generare un turbinio di sonorità, apparentemente di facile presa ma, in realtà, molto meno superficiali e spensierate di quanto potrebbe sembrare, lasciando inevitabilmente il segno.
Linee melodiche sempre incisive (ma attenzione, mai veramente “happy” nel senso stretto del termine) che esaltano l’ugola dotata di
Stephan Dietrich e una struttura musicale corposa, per merito di
Marco Grünwald (basso) e
Kevin “Necro” Käferstein (batteria) e sempre ficcante, grazie alle abilità dei chitarristi
Daniel Kanzler e
Ronny Schuster, cosi si potrebbe sintetizzare brevemente l’intero album.
Ma, al di là dell’aspetto puramente tecnico, il vero valore aggiunto di
Champion o, se preferite, dello stile compositivo dei
Turbokill in generale, è il loro modo di concepire la musica.
I tedeschi non inventano assolutamente niente anzi, sono molto derivativi, ma hanno tanto cuore, che si riflette in un song-writing pregno di trasudante passione che, a sua volta, trasmette entusiasmo ed una miriade di emozioni.
Nello spirito della band arde fortemente la Sacra Fiamma del tradizionale power metal melodico di matrice teutonica.
Champion infatti, è pieno zeppo di influenze di
Helloween e
Freedom Call in primis, soprattutto nei refrains più “catchy” (
A Million Ways,
Sons Of The Storm,
Tear It Down), ma ripesca anche dai primi
Edguy, dai
Seventh Avenue, dagli
At Vance, e perfino dai
Gamma Ray, dai
Masterplan, o dai
Rage, nei momenti più robusti delle composizioni (
Time To Wake,
Wings Of The Thunder Hawk oppure ancora
Power Punch e la conclusiva
Overcome).
Inoltre, nonostante la spiccata connotazione melodica, i brani non sono mai banali o stucchevoli, ma mantengono sempre un’intensità altissima, figlia della genuinità con cui i
Turbokill interpretano il loro stile compositivo; si tratta di una musicalità talvolta esaltante, in altre circostanze invece, talmente profonda da risultare, a tratti, toccante ma, in ogni caso, mai fine a ste stessa.
Questa concezione artistica, che si era già intravista con l’album di debutto della band, sembra adesso deflagrare in una moltitudine di forme e colori.
Champion è un piccolo gioiello di heavy-power o melodic metal, chiamatelo come volete, tanto alla fine il risultato non cambia; è un lavoro di qualità elevatissima che riesce nell’impresa di esaltare i diversi aspetti, tra loro speculari, delle numerose sfaccettature di cui è composto.
E’ infatti, al tempo stesso, un disco energico ma armonico, diretto ma introspettivo, velenoso ma commovente, ruvido ma elegante, malinconico ma sereno.
Se amate il genere, vi consiglio di “buttarci un orecchio”, i
Turbokill potrebbero sorprendervi ed entrare nella vostra anima malata, per non uscirne più!