Curse Upon a Prayer - The Worship: Orthoprax Satanism

Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:57 min.
Etichetta:The Cursed Order
Distribuzione:Inverse Records

Tracklist

  1. ORTOPRAXIA
  2. CUNT GOD
  3. SULFURSERPENT
  4. BLOOD POETRY
  5. A HEAV'N OF HELL
  6. I ENTHRONE YOU
  7. BLACK VENUS EROTICA
  8. HE THAT EATETH MY FLESH
  9. THE WORSHIP I: PATIOR
  10. THE WORSHIP II: IGNIS

Line up

  • O. Nekrolepsia: Guitars
  • Ari XIII: Guitars, Vocals (lead, choirs)

Voto medio utenti

I finlandesi Curse upon a Prayer hanno rilasciato a fine luglio 2024 il loro quarto full-length: "The Worship: Orthoprax Satanism", sotto l'egida della label The Cursed Order.

"The Worship: Orthoprax Satanism" è un album suonato con estrema perizia e molto curato in tutte le sue molteplici sfaccettature, un ottimo esempio di come il Symphonic Black Metal possa ancora oggi risultare credibile.
È un'opera complessa da valutare e assimilare, la quale condensa in sé la fiamma nera magniloquente di formazioni come Dimmu Borgir (quelli dei primi anni), alcune ibridazioni dei Keep of Kalessin o, per rimanere in terra finlandese, la prospettiva degli Alghazanth e, la forse ancor più melodica e tendente al Death, dei Thy Serpent.
Come si può evincere da quanto appena asserito, è marcata la componente Death Metal, la quale talvolta si presenta su vie brutali miscelate con alcuni sentori Thrash ("Black Venus Erotica"), tal altre con sonorità propriamente Melodic Death o di fattura Death / Doom armonica e progressiva, tipica sia della scuola inglese che svedese, ma anche sulla scia di alcune soluzioni dei connazionali Amoprhis.

È indubbiamente un disco bisognoso di numerosi ascolti e che, tuttavia, se si ha la pazienza di seguirne le molteplici trame, articolate su uno spazio sonoro di quasi un'ora di musica, saprà ripagarvi, e vi si dischiuderà infine l'accesso alla filigrana portante dell'opera.
Si tratta di un LP che riesce ad essere brutale quando la vena oscura lo richieda e al tempo stesso melodico, epico ("Ortopraxia") e orecchiabile ("The Worship II: Ignis"); sontuoso e teatrale sino a crogiolarsi in laghi malinconici dall'afflato classico e orchestrale, dove non si può non rimanere quasi commossi, mentre tastiere e archi ci conducono, mano nella mano, nel mondo mistico dei Curse upon a Prayer

Forse una delle poche realtà che, al giorno d'oggi, riesce ancora a riproporre un Black Metal sinfonico che sia degno di attenzione.



Recensione a cura di DiX88

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