Copertina 7,5

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2024
Durata:40 min.
Etichetta:Century Media Records

Tracklist

  1. THE UNRELENTING CHOIR
  2. TAINTED SKIES
  3. SATURN COMING DOWN
  4. HUNGRY WATERS
  5. DRINK THE LOVE OF GOD
  6. MURDER IN RED
  7. TIME & THE VIVID ORE
  8. REAPING SONG
  9. POISON PAGES

Line up

  • Johannes Andersson: bass, vocals
  • Adam Zaars: guitars
  • Oscar Leander: drums
  • Joseph Tholl: guitars

Voto medio utenti

Mi è permessa un’apertura polemica su un tema secondario?
Un passaggio della bio tratteggia il nuovo disco dei Tribulation come una sorta di ibrido tematico a cavallo tra “l’horror psicologico del cinema italiano, il goth britannico e l’opulenza dell’Art Deco”.

La mia domanda è dunque la seguente: partendo da immaginari così affascinanti e zeppi di suggestioni sotto il profilo visivo, com’è stato possibile realizzare un artwork così incredibilmente povero? Davvero nessuno si è accorto che minimalismo e sciatteria sono separate da una linea di discrimine tutt’altro che labile?
Presumo che i quesiti rimarranno senza risposta in eterno -giusto per rimanere sul pezzo-, quindi tanto vale concentrarsi sulla musica; musica che, peraltro, presenta molti più spunti di discussione rispetto a quella meschina croce scagliata contro uno sfondo nero random.

Già, perché non arrivo a dire che “Sub Rosa In Aeternum” bruci in via definitiva i ponti col passato, ma di certo imprime alla parabola artistica della compagine svedese una decisa svolta verso l’ammorbidimento del sound.
Che il sentiero imboccato fosse quello, ad onor del vero, lo si poteva intuire da un po’: la macabra brutalità degli esordi era ormai un lontano ricordo, ed alcune atmosfere soffuse del precedente EPHamartia” (il primo senza l’apporto di Jonathan Hultén) lasciavano presagire un ulteriore passo in avanti nella direzione dell’accessibilità.

Sappiate comunque che, nonostante le avvisaglie di cui sopra, il primo passaggio in cuffia vi lascerà quasi certamente esterrefatti: distorsione della chitarra ai minimi storici, ritmo medio dei brani rallentato anzichenò, brani dalla strutturazione classica che più classica non si può, vocals in clean alla Fernando Ribeiro -benché non in via esclusiva-, tonnellate di influenze dark wave anni ’80, e addirittura ritornelli catchy con tanto di coretti in sottofondo.
Tanto per scendere ancor più nello specifico: il singolone “Murder in Red” si incastonerebbe alla perfezione in una puntata di “Stranger Things”; “Time & the Vivid Ore” sembra provenire da una pagina strappata al songbook dei Ghost; “Hungry Waters” rimanda nientemeno che ai the 69 Eyes più goticheggianti, mentre la strofa di “Reaping Song” potrebbe condurre ad una telefonata da parte dei legali di Nick Cave.
Per il resto, citofonare senza indugi a Bauhaus e Fields of the Nephilim.

Urge, a questo punto, un chiarimento: l’impronta melodica e stilistica dei Nostri, seppur trasfigurata, rimane comunque distinguibile, tanto che basteranno pochi secondi di “Tainted Skies” o “Drink the Love of God” per fugare ogni dubbio sulla loro appartenenza.
Così come, a parere di chi scrive, non si è smarrita la capacità compositiva di un combo che, nel corso degli anni, ha ampiamente dimostrato di saper confezionare album di altissimo livello. Semplicemente, tale capacità è stata posta al servizio di una miscela sonora (molto) meno metallica rispetto al passato.

Quanto ciò sia grave lo lascio giudicare ad ognuno di voi; chi scrive amava i primi Tribulation, quelli mediani e, come avrete intuito dal voto in calce, apprezza anche quelli odierni.
Scopriremo nei prossimi anni se “Sub Rosa In Aeternum” costituirà il classico strappo isolato o, al contrario, il trampolino per una nuova fase.
Io, nel frattempo, me lo ascolto un’altra volta, ma ad occhi chiusi per evitare che si posino sulla copertina…
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 02 nov 2024 alle 17:01

musicalmente sembra di ascoltare un misto tra the cure e billy idol ....

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.