Fatemi dire una cosa, io di musica folk o pseudo folk commistionata con la musica dura ne ho ascoltata a bizzeffe, ma questi rumeni sono uno dei pochi gruppi che rispecchia appieno questa definizione.
Io li conosco fin dagli esordi e hanno questo orgoglio verso la loro terra natìa non solo adoperando la loro lingua ma anche il saper mischiare abilmente la loro cultura musicale ad un sottostrato metal estremo.
Questo nuovo viaggio musicale ci porta in un regno dove stregoneria, tradizioni ancestrali vanno di pari passo con un commento musicale dove il metal estremo si unisce a sapori slavi come in “
Cele rele” o “
Afurisirea” dove si sente una precisa influenza black ma mitigata da musica etnica perché qui gli strumenti tipici della cultura rumena come le influenze sono pregnanti.
A volte i toni sono sofferti ed epici con un’impronta drammatica come in “
Farmacarea” dalla cadenza doom o nella conclusiva “
Isprarivea”; le voci adoperate in questo terzo lavoro sono più d’una e soprattutto abbiamo vari registri vocali tra growl cavernosi ma che in alcuni frangenti adoperano uno stile cantabile, toni puliti a tonalità sporcate, tutto questo per far capire la storia che regge il filo dei brani perché ci troviamo davanti ad un concept album legato alla mitologia della loro patria.
Se volete un bel disco emozionante, potente in senso totalizzante ma orgoglioso del proprio retaggio questo è il disco che fa per voi.
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