I
Kveldstimer sono una Black Metal band statunitense formata nel 2018 da un veterano del panorama a stelle e strisce, ovvero il musicista
Azeruel Woldaeg, già attivo in un gran numero di altri progetti, tra cui i
Chaos Moon e gli ottimi
Häxanu; ben coadiuvato dal cantante
Collier d'ombre, anche egli impegnato in molteplici altri complessi. Al momento hanno rilasciato esclusivamente, proprio in questi giorni di ottobre 2024, il demo di cui adesso andremo a trattare:
"Scripture of the Woods", sotto l'egida della
Altare Productions.
"Scripture of the Woods" è un'opera inscritta nel solco del
True Norwegian Black Metal della metà iniziale della decade degli anni '90, dove si manifesta una particolare predilezione per i primi due lavori di
Satyricon ed
Enslaved, soprattutto per quanto pertiene un certo sottofondo atmosferico, ricavato prevalentemente tramite un uso avvolgente e misterioso dei synth, dove comunque sia entra in gioco anche lo spettro del
Conte. Questo soprattutto, in misura più marcata, quando ci troviamo di fronte a dimensioni scarne, quasi Dark-ambient, ottenute perlopiù dall'utilizzo di droni sospensivi, come per esempio avviene in
"Washed Away Among the Stones", o nella conclusiva
"Moon's Melody of Death". Così come è possibile ricongiungersi con quel tocco malvagio, essenziale ed estremamente orecchiabile, che contraddistingueva i
Gorgoroth dell'era
Hat.
Questo è un disco realizzato su misura per i nostalgici, e che niente vuole avere a che spartire con l'evoluzione attuale dell'"estremo". Nonostante ciò, presenta una qualità di assoluto livello, in particolar modo se consideriamo che siamo al cospetto di un semplice demo; e anche per quanto attiene la produzione, in termini di resa sonora, potrebbe già essere paragonata a quella di un album vero e proprio, senza altresì uscirne umiliata.
Inoltre, per quanto i
Kveldstimer si ostinino a riproporre un cliché ormai fuori da ogni logica, riescono a farlo con una maestria raramente riscontrabile… restituendoci intatta l'attitudine di quegli anni d'oro: minimalismo compositivo, nichilismo e gelo siderale uniti alla solennità elitaria della
Luce del Nord.
Anche l'oscurità può essere lucente.
"Scripture of the Woods" è davvero un ottimo inizio… La gioia di ogni amante dell'antica fiamma nera.
Recensione a cura di
DiX88
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