Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2024
Durata:59 min.
Etichetta:Rain Without End Records

Tracklist

  1. VISIONS XIII
  2. SHINING FALLS
  3. SEAMLESS DAYS
  4. INTO THE UNKNOWN
  5. WHEN THE DISTANCE PAINTS US
  6. EARTHBOUND
  7. HALF ALIVE
  8. VISIONS XIV
  9. ONE WITH DAWN
  10. HYPERSTATE
  11. SERENITY
  12. SEVERANCE
  13. ECHOING MOTIONS
  14. VISIONS XV
  15. THE ECLIPSE (2024)
  16. SKIES OF ORION (2024)

Line up

  • Antoine Verdier: bass
  • Stéphane Peudupin: guitars
  • Arnaud Hoarau: guitars
  • Sebastien Pierre: vocals, keyboards
  • Jeremy Briquet: drums

Voto medio utenti

"Un tempo per la meraviglia alzavamo al cielo lo sguardo sentendoci parte del firmamento, ora invece lo abbassiamo preoccupati di far parte del mare di fango."
da "Interstellar" di C.Nolan

Prima di dirvi cosa c'entri la citazione tratta da uno dei tanti capolavori del maestro Nolan con una band metal - i transalpini Fractal Gates nella fattispecie - mi prenderò qualche riga per introdurli qui su Metal.it visto che, sebbene siano ormai sulla scena dal 2007, non erano mai stati trattati.
Il quintetto nasce nella "Ville Lumière" 17 anni fa e - dopo un demo ed un EP - nel 2009 pubblica il debut "Altered State of Consciousness" che mi lascia abbastanza indifferente; non così il successore "Beyond the Self" nè il terzo disco "The Light that Shines", buonissimi lavori frutto della evidente maturazione di Sebastien Pierre e compagni.
(E sì, è il Sebastien Pierre che con Jari Lindholm anima il progetto Enshine.)
"One With Dawn" - quarto disco della band edito da Rain Without End Records - è il culmine del processo evolutivo dei Fractal Gates ed è il lavoro che, a mio parere, li consacrerà a solidissima realtà nel vastissimo universo death melodico e relative declinazioni.

Le sonorità che i ragazzi di Parigi - dopo oltre 3 lustri di affinamento - srotolano nei 59 minuti del nuovo album sono una mirabile crasi tra i tratti distintivi di In Vain, Evergrey ed Omnium Gatherum: melodie dal flavour progressive, partiture aggressive e grande attenzione alla struttura ed alla facile assimilazione delle canzoni.
E veniamo all'incipit: le tematiche trattate da sempre dai Fractal Gates ruotano intorno alla vita extraterrestre, alla fantascienza ed alle profondità dell'universo e la loro musica mira a farci alzare lo sguardo verso gli insondabili abissi del cosmo piuttosto che incatenarlo alle piccolezze quotidiane.
Questo intento viene perseguito e centrato grazie al lavoro certosino delle chitarre di Stéphane Peudupin ed Arnaud Hoarau, al nerbo del synth ed all'ugola eccellente di Sebastien Pierre capace di essere incisivo sia nel growl più ruvido che nelle cristalline parti in pulito.

Le canzoni, come sottolineato, sono il punto forte di "One With Dawn" colme come sono di melodie azzeccate ed immediate ("Shining Fall" o "Seamless Days" per esempio), ritornelli vincenti ("When the Distance Paints Us", "Earthbound") e grandi atmosfere ("Echoing Motions").
Notazione interessante: anche nel nuovo disco prosegue la curiosa abitudine dei Fractal Gates - iniziata nel debut album - di inserire brani strumentali realizzati con tastiere e synth chiamandoli "Visions" seguito da numero romano (siamo a "Visions XV").
Probabilmente "One With Dawn" non finirà nella mia personale classifica di fine anno (10 posizioni sono ahimè poche) ma di sicuro è un disco che - dalla sua uscita - ascolto con assiduità e piacere.

Fractal Gates - "Seamless Days"


Recensione a cura di Alessandro Zaina

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