Gli
Helvetets Port provano a trarci in inganno con quella copertina che richiama apertamente ambientazione alla Mad Max (la saga cinematografica) e a tutto l'immaginario post-apocalittico, ma su "
Warlords" non troviamo nessuna traccia di suoni futuristici, visto che la formazione svedese continua a tenere i piedi ben saldi e piantati in un substrato plasmato dalla suggestione da parte di gruppi come i connazionali Gotham City, AxeWitch e soprattutto gli Heavy Load, e guardando oltreconfine anche dalle parti di Tokyo Blade, Cloven Hoof, With Cross o Samurai.
Al più ci si spinge fino ai concittadini Hammerfall, per via di quelle influenze che mi pare di cogliere nelle linee vocali dell'opener "
Black Knight", mentre poi la seguente "
Wasteland Warriors" ha un piglio più alla Enforcer, e a proposito va ricordato che nel ruolo di produttore e al mixer ritroviamo proprio
Olof Wikstrand.
Quando siamo ormai pronti per l'ennesima cavalcata metallica, gli
Helvetets Port ci spiazzano con una "
Mutant March" che si snoda lenta e sofferta, quasi sulfurea... anzi, visto il tema del brano direi più che altro "tossica".
Come da loro abitudine gli
Helvetets Port non si fanno mancare un paio un paio di pezzi cantati in svedese, la hardeggiante "
Hårdför Överman" e quella "
Helvete På Larvfötter" che con la sua epicità ottantiana si erge, forse un po' a sorpresa, come miglior episodio dell'album.
Dopo la snella e rockeggiante "
Tyrants in Tokyo", seguono diverse canzoni dall'indole pulsante come "
Cry of the Night", "
Key to the Future" o "
Golden Axe" (che mi ha ricordato i nostri Mesmerize), mentre è con un po' di delusione (e pure un pizzico di livore per aver disatteso le mie aspettative) che vado a scoprire come "
Legions Running Wild" non abbia nulla del Power Metal tedesco, ma sia un mid-tempo che preferisce concedersi a tentazioni più easy listening, a mio parere non particolarmente convincenti, cui comunque pone rimedio la conclusiva "
2049", che ben bilancia un passo incalzante a spunti melodici con un tratteggio più articolato, grazie sia al chitarrismo della coppia
K. Lightning e
Virgin Killer sia alla prova dietro al microfono di
Witchfinder.
Sono evidenti i passi avanti che gli
Helvetets Port hanno fatto rispetto agli esordi (ma certo non a livello di artwork...) e innanzitutto va riconosciuta una crescita esponenziale da parte di
Witchfinder e se rischiano di restare ancora confinati nelle retrovie, "
Warlords" resta comunque un album che non mancherà di trovare consensi tra gli estimatori dello Swedish Power Metal.
Metal.it
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