Che i pisani
Wind Rose stiano attualmente vivendo il loro apice, non tanto musicalmente, ma più a livello di popolarità, non è certo un mistero. Prima la firma con
Napalm Records nel 2019 per la pubblicazione di 'Wintersaga', e poi sempre più concerti sold out, assieme ad altre band di alto calibro (attenzione, parliamo sempre di popolarità) come Alestorm, Gloryhammer, o ancora più recentemente come Hammerfall e Powerwolf. A distanza dunque di due anni dal precedente 'Warfront', di cui avevo parlato al tempo come di un disco capace di intrattenere senza particolari guizzi o idee sorprendenti, mi tocca ripetere orientativamente le medesime parole per questo nuovo
'Trollslayer'. L'immaginario fantasy creato dal gruppo ormai si è definitivamente stabilito, così come anche le coordinate nel songwriting, e se da un lato questo può precludere a una speranza nel vedere un ritorno alla sonorità power meno sempliciotte dei primi due album, dall'altro può essere una gradevolissima conferma di ciò che i
Wind Rose siano diventati nell'ultimo lasso di tempo.
[Band photo provided by Napalm Records for free promotional use]
Introdotto dalla solita simpatica copertina,
'Trollslayer' porta sul piatto esattamente tutto quello che ci si aspetta, dalla prima all'ultima nota. Dopo una breve intro si parte diretti con
'Dance of the Axes', scanzonata, con continui cori e che sembra esser stata composta, come del resto tutte le canzoni, appositamente per la sede live. Difficile infatti immaginare un pezzo come
'Rock And Stone' relegato solo alla versione studio, con il suo ritornello di facilissima presa, o ancora
'Home of the Twilight' veloce anch'essa, che però funziona da perfetto esempio per uno dei difetti principali dell'album, la voce di
Francesco Cavalieri. Possente, decisa, energica, ma per almeno il 90% dell'ascolto è costantemente sommersa da una miriade di cori, e sono poche le occasioni in cui poterla apprezzare da sola, penso ad esempio ad una
'To Be A Dwarf', anch'essa nel pieno stile del gruppo, ma dove il talento dei singoli musicisti non riesce ad uscire, è tutto troppo compatto, non c'è modo di apprezzare uno strumento (vocale o non che sia), un passaggio o qualsivoglia cosa.
'No More Sorrow' chiude con quasi otto minuti di power/folk metal che passa tra accelerazioni e un chorus molto più epico che però, anche qui, soffre dello stesso difetto elencato poc'anzi.
Anche con
'Trollslayer' quindi si rivedono le stesse caratteristiche del precedente 'Warfront'. Divertente? Non lo metto in dubbio, come detto nei vari show che saranno a supporto del disco lo si potrà apprezzare infinitamente di più. Ma c'è da dire che non è stato fatto granché per diversificare la proposta o, perlomeno, renderla meno asettica, permettendo di apprezzare il lavoro dei singoli musicisti più facilmente.