"Le Montagne".
143 minuti di musica per 7, interminabili, composizioni dalla natura aliena e dallo spirito alienante.
Freddo assoluto e magnifici paesaggi assolutamente inospitali.
Il sibilo del vento e le forze della natura che, unite in un infinito vagabondare, scavano profondamente nel tuo cervello inducendoti in uno stato catatonico molto vicino a quello ipnotico, in una alternanza di personalità multiple e fenomeni paranormali.
Paysage d'Hiver è tornato.
Niente e nessuno sarà mai come prima.
L'eccellenza dell'Ambient Black Metal elevato ad arte pura ed assoluta, l'inevitabilità della nostra fine e l'insignificanza del nostro essere di fronte a quello che è, immensamente, più grande di noi.
"Die Berge" è la morte: il viaggio dell'enigmatico viandante, da sempre al centro del concept di questo strepitoso artista, è, oggi, quello di un monaco Zen che sale sulla vetta di una montagna sentendo, con terribile certezza, che è arrivata la sua ora, l'ora ultima, l'ora di fronte alla quale tutti saremo chiamati a presentarci.
Non cercheremo, come sempre, paragoni o inutili analisi tecniche nel descrivere il nuovo album: questa, in realtà, è l'esperienza della catarsi e della fine che si coaugulano sotto i ghiacci eterni, tra impressionanti velocità non umane e angoscianti rallentamenti indifferenti alle umane vicende, questo è l'urlo della primordiale voce che sorge, straziante, dall'impenetrabilità dei boschi più oscuri, qui siamo, fisicamente, in alto, sulle cime di colossi di roccia che ci guardano divertiti e maligni, questa è la suggestione artistica di
Paysage d'Hiver, una suggestione talmente profonda e ricca di pathos da farsi musica per trascendere la musica stessa e divenire linguaggio universale.
"Die Berge" cattura, con spaventosa efficacia, l'essenza oscura delle Montagne, giganti schiacciati verso l'alto da forze tettoniche insondabili che dipingono un ambiente aspro e ostile per gli esseri umani, un ambiente che trova la sua luce (o il suo nero) nel suono di un Black Metal dalle note maestose, potenti, pericolose, minacciose e tuttavia dalla feroce bellezza.
Il suono, inimitabile ed inarrivabile, di
Paysage d'Hiver.
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