Dopo il caruccio "
Paradox" di ormai cinque anni fa, ecco che il buon
Mike Browning torna alla carica con i suoi
Nocturnus (mi rifiuto di aggiungere quel ridicolo suffisso che qui non si rischia nulla sotto il profilo legale), giunti perlappunto in questa nuova incarnazione al secondo disco in studio dal titolo "
Unicursal", pubblicato ancora una volta per la canadese
Profound Lore Records.
Se "Paradox" fin dalla copertina ci trascinava nuovamente nelle atmosfere del leggendario debutto "
The Key" del 1990, questo "
Unicursal" sembra ripercorrere "
Thresholds", lo sfortunato successore del 1992, a parere di chi vi scrive ancora superiore per qualità ma ammazzato da una produzione da denuncia: stessa tematica spaziale, stesso uso dei colori...e stessa produzione non soddisfacente nei suoni (ma non inascoltabile come quella) ma perlomeno non standardizzata e che suona Nocturnus al 100%, come quando riconoscevamo una band al primo riff di chitarra.
Ormai che ci siamo, elenchiamo nel dettaglio le cose che non vanno un granchè, ovvero il suono dei sintetizzatori, non proprio splendido e troppo alto nel mixer, e la voce di Browning che già non era 'sto capolavoro quando aveva 30 anni, figuriamoci adesso che ne ha 60: praticamente non ha più nulla del growl, e potremmo dire che i Nocturnus a causa di questo non sono più una band death metal.
Stop.
Per il resto "Unicursal" è davvero un buon disco, ahimè a volte fin troppo prolisso con brani che se asciugati da tribalismi, tamburelli e folklori vari e ridotti da nove a quattro minuti sarebbero stati davvero soddisfacenti, riducendo l'inutile durata totale da 60 minuti (un abominio) a 45. Ma lo sappiamo, Browning è così, e quindi ci godiamo ugualmente un disco che davvero suona Nocturnus fin dai primi secondi, con i suoi riff ottantiani, le sue aperture ariose, le accelerazioni improvvise e gli assoli malevoli, figli di qualche maledizione sumera rinvenuta in una stele giunta dallo spazio.
Certo, manca la genialità di inizio carriera, gli incredibili lampi di brani come "
Climate Controller", "
Standing in Blood" o "
Alter Reality" o l'eclettismo del trittico d'oro
Mike Davis,
Louis Panzer e
Sean McNenney, ormai tutti e tre persi da eoni nell'anonimato di una vita fuori dalla musica, ma a volte il brividino sulla schiena viene ancora.
I poveri
Bateman e
Marino hanno lasciato questa terra, ma consideriamo pressochè un miracolo che i Nocturnus abbiano la stessa formazione in due dischi consecutivi.
Se avete amato quei due album quando eravate adolescenti, "Unicursal" merita un ascolto.
Se eravate troppo giovani e non li conoscete ma amate il death metal, comprate quei due e date una chance a questo.
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