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Weltschmerz sono una Black metal band olandese che vede tra le sue fila membri, o turnisti, di varie formazioni dell'underground, tra cui gli
Order of Nosferat e gli ottimi
Deathless Void.
Si sono formati nel 2009 e, al momento, hanno rilasciato tre full-length, di cui l'ultimo, in maniera indipendente, in questa fine ottobre 2024:
"III: Non Sequitur".
"III: Non Sequitur" è una perfetta riproposizione del suono della fiamma nera della prima metà degli anni '90; se non lo sapessi lo scambierei per una release proveniente realmente dalla Scandinavia di quel magico periodo, tanto risulta fedele a determinate caratteristiche di produzione.
Lo stile che presentano gli olandesi prosegue sulla medesima scia, e prevalentemente viene prediletta la linea dura e intransigente del
True Norwegian Black Metal e delle
Les Légions Noires, dove con forza si avverte la mano dei
Darkthrone. Bensì non sono esenti anche frangenti atmosferici mutuati dai
Satyricon e una certa attitudine, seppur moderata, alla sinfonia. Non si deve altresì pensare a soluzioni magniloquenti e patinate sullo stile di band come i
Dimmu Borgir, ma al contrario, a quelle trame sinfoniche scarne rinvenibili, per esempio, nei
Gehenna di
"Seen Through the Veils of Darkness (The Second Spell)" (1995), o nel DSBM di più alta fattura.
È un LP piuttosto particolare e, in realtà, più originale di quel che a un primo ascolto si potrebbe evincere. Risulta così grazie a questa sua abilità di bilanciare l'anima più cruda della fiamma nera, con quella maggiormente ricercata e atmosferica che, comunque sia, tocca il suo zenit espressivo con semplici droni sospensivi e poco altro, riuscendo ad avvolgerci nei suoi abissi desolanti ed epici.
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Weltschmerz si concedono inoltre il lusso di inserirvi perfino numerosi solos passionali e dal mood Hard Rock, oltre a vari ricami di chitarra acustica, con tanto di pizzicati sulle corde che a volte assumono profili affini al Blues. Sulla medesima tangente, risultano notevoli anche gli andamenti di alcune linee vocali, talvolta permeate da afflati che si situano tra i confini di un'altisonanza epica e quelli di un'aura drammatica e malinconica, dando luogo a un climax ascendente che si pone al di là del semplice scream; somigliando quasi a un cantato vero e proprio dai contorni teatrali. Si deve, in ogni caso, tenere sempre bene a mente che mai viene intaccata la malvagità che è, e deve assolutamente essere, propria alla più autentica arte occulta.
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Weltschmerz con
"III: Non Sequitur" impartiscono una grande lezione in ambito di materia estrema, collocandosi nell'anello di congiunzione tra furia iconoclasta, gelo siderale e intarsi melodici scaldati al calor bianco. Fiero della sua oscurità elitaria.
Dategli fiducia… e forse qualche lacrima righerà il vostro volto, quando sul finale di
"Ego Soul", tocchi delicati di pianoforte vi culleranno tra le ammalianti spire nere della fiamma nordica.
Recensione a cura di
DiX88
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