Come spero sappiate, sono un estimatore del
rock in italiano, e sono convinto che chi decide d’intraprendere questa “rischiosissima” soluzione espressiva sia fomentato da una forma d’ardimento meritevole di un plauso a prescindere.
Poi, però, proprio perché si tratta di un azzardo, è implicito essere anche piuttosto “severi” nel verificare se si è di fronte ad un atto d’incoscienza, di presunzione o a un’impresa dagli esiti efficaci e avvincenti.
Ebbene, il debutto sulla lunga distanza di
Thomas Libero, intitolato “
La mia guerra”, si può tranquillamente annoverare tra le scommesse vinte, forte di una disinvoltura che evidentemente sottende un lavoro non approssimativo nella stesura dei testi, nella difficile gestione della metrica e nel relativo amalgama di tali elementi con le architetture melodiche.
Una cura che si è verosimilmente affinata nel tempo (il progetto è iniziato nel 2018 e ha dovuto superare numerose vicissitudini, da cui il titolo dell’albo …) e che oggi ci presenta un prodotto musicale piuttosto “maturo”, intelligibile e coinvolgente nei contenuti lirici e assai intrigante nelle costruzioni armoniche, abbastanza semplici nella forma, ma fascinose nella sostanza.
Così, se avete apprezzato artisti come O.R.O. e Dhamm, e magari non disdegnate nemmeno scampoli della versione più “radiofonica” di alcuni gruppi d’estrazione
prog (Le Orme, P.F.M., Timoria, …), il mio consiglio è di dare una possibilità anche a questo cantautore e polistrumentista veneto dalla voce “garbata” e comunicativa e dalle idee musicali parecchio attraenti.
Tra i momenti più significativi dell’opera si segnalano le amare riflessioni di “
In questa città”, il romanticismo non svenevole di “
Eri tu”, la formativa “
Bellissimo disastro” (scritta con
Gianluca Firmo, che ritrovo con piacere dopo averne apprezzato le qualità in Room Experience e Firmo) e le catartiche “
Lasciatemi stare” e “
Questa storia la scrivo io”, senza dimenticare di citare una
title-track in cui
Thomas indossa i panni di moderno cantastorie e le conclusive “
IP” e “
Favole”, parecchio avvincenti grazie a suggestivi arpioni sonori ed emotivi.
“
La mia guerra” appare, dunque, un disco migliorabile nei dettagli tecnici (vedasi la perfettibile calibrazione dei suoni) e arricchibile nella definizione delle strutture armoniche e negli arrangiamenti, ma utilissimo nel rivelare le capacità compositive e la personalità artistica di
Thomas Libero, un promettente e valoroso interprete del
Rock made in Italy.
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