I
Dark Angel lo urlano al mondo dal 1991 nel mai troppo lodato album omonimo: il tempo non guarisce, al massimo trasforma, plasma, rende diverso.
La mia recensione (spoiler: più di pancia e di cuore che di testa) su "
Shining", nono lavoro sulla lunga distanza dei finnici
Swallow The Sun edito come sempre da
Century Media Records, inizia da qui.
Sigla:
"Time does not heal
The scars that burned me in my youth
Time does not heal
The pain that carved in me the truth
Time does not heal
The torture struck upon my past
Time does not heal
The scars that were left and meant to last"-
Dark Angel - "
Time does not heal"
Impossibile negarlo: nella vita degli
Swallow The Sun ed in particolare in quella del loro leader
Juha Raivio (chitarrista, tastierista, compositore e paroliere) c'è un pre ed un post 2016 (ve ne ho parlato approfonditamente
QUI e
QUI) e tutta la loro produzione da allora vive e si sviluppa come risposta a quel drammatico evento.
Ho ascoltato "
Shining" innumerevoli volte dalla sua uscita cogliendone sempre nuove sfumature, nuove peculiarità, nuove intime pieghe, stupito e quasi disorientato dall'innegabile allontamento dalle coordinate su cui la band di Jyväskylä si è sempre mossa (il growl quasi scomparso, i tempi ancora più dilatati, il cantato pulito di
Mikko Kotamäki a farla da padrone); una sensazione simile a quanto mi era capitato nel 2001 in seguito all'uscita di "
Am Universum" degli
Amorphis.
Ed è stato il cuore a darmi la personalissima interpretazione di questo cambiamento: la rabbia, la furia, la disperazione, lo sbigottimento di fronte all'incomprensibile ingiustizia (urlati in "
When a Shadow is forced into the light" e "
Moonflowers") per la perdita della persona amata con il trascorrere del tempo (che, dicevamo, non guarisce ma cambia) hanno lasciato il campo alla dolcezza dei ricordi, alla leggerezza spensierata degli attimi trascorsi insieme, alla tenera nostalgia del tratto di cammino percorso fianco a fianco.
Le canzoni di "
Shining" si librano alte, leggere, eteree nel loro dipanarsi melodico, malinconico e struggente, volano sopra la realtà quotidiana e solo raramente una punta di rabbia le ammanta e le costringe quasi a "sporcarsi" sfiorando la polvere terrena.
"
Innocence was long forgotten", "
MelancHoly", "
Under The Moon & Sun", "
Shining" afferrano i più profondi lembi dell'anima e la elevano, la fanno vibrare di emozioni purissime: chi non lo ammette sta mentendo soprattutto a sè stesso.
Disco diverso, intenso, spiazzante, fragile, intimo, struggente: disco da
Swallow The Sun.
Swallow The Sun - "
Shining"
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