Adamantra - Act III: Pareidolia Of Depravity

Copertina 5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:55 min.
Etichetta:Independent

Tracklist

  1. TREACHEROUS VALOUR
  2. CHARADE OF CRUELTY
  3. HYPOCRITES
  4. OF BEASTS AND ANGELS
  5. MORPHEME
  6. AN UNFINISHED TALE
  7. FALSE ILLUSIONS
  8. PARADISE EPILOGUE

Line up

  • Jukka Hoffrén: bass
  • Mikko Sepponen: drums
  • Panu Kiskola: guitars
  • Christian Pulkkinen: keyboards
  • Tuomas Nieminen: vocals

Voto medio utenti

Di bands che, soprattutto a inizio a carriera, si ispirano fedelmente a Symphony X, Dream Theater (e affini), ne è pieno il mondo!
Tra la suddette tuttavia, bisogna fare un distinguo:
Alcune formazioni, riescono a metterci del loro e ad emergere, creando ottimi lavori e un sound che, a lungo andare, si forgia in autonomia, diventando indipendente e personale (in passato ne sono stati validi esempi, tra gli altri, Circus Maximus, Myrath, DGM, Andromeda, Adagio o, in tempi più recenti, Sunburst, Anthriel e chissà quanti ancora potrebbero essere inclusi in questo elenco).
Molte altre bands invece, non riescono proprio a staccare il cordone ombelicale dai gruppi di riferimento, limitandosi a un poco incisivo “copia-incolla”, soluzione più comoda, ma decisamente meno efficace se si vuole lasciare il segno.
Purtroppo, nonostante tanta buona volontà, i finlandesi Adamantra, giunti al terzo album in studio con Act III: Pareidolia Of Depravity, sembrano appartenere alla seconda categoria.
Intendiamoci, alla band di Helsinki non mancano le doti tecniche, che anzi, ne rappresentano il punto di forza; il problema risiede in fase compositiva, dove, i Nostri obiettivamente, mostrano dei limiti enormi, andando sempre a rifugiarsi nei medesimi stilemi di cui sopra, senza aggiungere assolutamente nulla rispetto a quanto già stato fatto in passato, non solo dai titani del genere, ma anche da compagini minori.
Ne viene fuori un lavoro decisamente piatto, animato solo da qualche timida fiammata ma che, sulla lunga distanza, non lascia assolutamente niente, se non qualche riffs un pò più incisivo degli altri, o delle atmosfere interessanti (ad esempio nella conclusiva Paradise Epilogue), le quali tuttavia, non vengono mai sviluppate a dovere, trasmettendo sempre quella sgradevole sensazione di già sentito.
Brani come Charade Of Cruelty, Of Beasts And Angels, oppure Morpheme, potrebbero ricordare da vicino i Seventh Wonder degli esordi, oppure i connazionali Status Minor ma, rispetto a queste formazioni, gli Adamantra dimostrano di avere molta meno personalità e finiscono per cadere sempre nei soliti cliché, tipici di un genere ormai quasi completamente saturo.
Alla fine, questo Pareidolia Of Depravity si rivela un lavoro anonimo e privo di mordente.
Rimane parecchio amaro in bocca, per una band a cui, entusiasmo e capacità esecutive non mancano, ma si rivelano insufficienti, in quanto non sono supportate da una scrittura all’altezza. Il song-writing infatti, risulta troppo debole e si basa su trame compositive confuse, scontate e spesso abusate.
Mi spiace cari Adamantra ma, per emergere nel prog-power, ci vuole ben altro!




Recensione a cura di Ettore Familiari

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