I
Chaos Invocation sono una Black metal band tedesca formatasi nel 2004, con all'attivo la pubblicazione di ben 5 full-length, di cui l'ultimo viene rilasciato, sotto l'egida della
AOP Records, proprio in questi giorni di inizio novembre 2024:
"Wherever We Roam...".
I
Chaos Invocation propongono una classica miscela di Black metal e Death metal piuttosto melodica, sulla scia di
Dissection,
Lord Belial e
Unanimated (per intendersi), con alcuni innesti nel sound di influenze più moderne.
Si tratta di un disco che comunque sia resta in ambito ampiamente estremo; dove i classici tremolo a lama di rasoio, sostenuti da incrollabili blast beats, si intersecano con partiture armoniche e con aperture Death dai toni Progressive, sconfinanti in clean vocals solenni stile
Bathory e, talvolta, dai tratti Heavy era 80's. In altri frangenti, invece, infusi da un certo spirito Power che, forse in un contesto così duro, rischia di stonare leggermente. Questo vale, ancor di più, quando purtroppo i tedeschi mettono piede su registri quasi da semi-ballad: stucchevoli con toni al limite del "commerciale"(fortunatamente ciò avviene soltanto in
"Only in Darkness").
Nel complesso, i 44 minuti di cui è composto il disco scorrono su partiture veloci e intricate, con molteplici cambi di ritmo e un songwriting mostrante di frequente soluzioni molto raffinate che, personalmente, mi hanno richiamato ad alcune composizioni dei connazionali
Aeba e dei maestri
Nagelfar – pur non pervenendo alle medesime vette di eccellenza.
Indubbiamente non si tratta di un LP in grado di raccontarci qualcosa di nuovo in ambito Black; tuttavia risulta molto gradevole e ben realizzato, riuscendo a coniugare – seppur con qualche indecisione – vecchia scuola e nuovo corso. Merito questo anche di una produzione nitida e ben calibrata benché, fortunatamente, non affetta da suoni di plastica.
Probabilmente, all'insieme avrebbe giovato trovare una sintesi maggiore dei contenuti, risultando, talvolta, questi eccessivamente diluiti in strutture eterogenee non del tutto organiche che, per necessità di cose, finiscono per inficiare sulla godibilità di insieme dell'opera, e dunque anche sul voto finale.
In ogni caso, resta doveroso chiarire che il livello è piuttosto elevato, e che per gli amanti della fiamma nera meno ortodossi potrebbe indubbiamente risultare un prodotto assai gradito.
Highlights del platter:
"Wherever We Roam", "Ideal Sodom", "No Throne Withstands".
Recensione a cura di
DiX88
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