Sono veramente invidioso dell’iperattività di certi artisti, soprattutto quando si tratta di veterani della scena come
George Lynch.
Laddove alcuni “maturi” (anche un po’ meno del settantenne
guitar-hero di Spokane …)
rockofili come il sottoscritto, cominciano a fare fatica anche solo ad ascoltarla la musica, l’ex Dokken trova il tempo e gli stimoli necessari per aggiungere i
Casandra’s Crossing ad un corposissimo elenco di progetti artistici (Lynch Mob, KXM, The End Machine, Sweet & Lynch, Ultraphonix, The Banishment, Dirty Shirley, … da aggiungere alla carriera solista).
Stavolta la
partner principale di
Lynch si chiama
Casandra Carson, è la cantante dei Paralandra (che francamente non conoscevo) e proprio per il suo ruolo d’inedita
front-woman è ovviamente la prima a finire “sotto la lente d’ingrandimento” della disamina.
Ebbene, diciamo subito che
Casandra si dimostra fin dal poderoso atto d’apertura dell’opera “
Stranger” (una sorta di fusione tra Dokken e The End Machine) pienamente all’altezza della situazione, con una vocalità piena e risoluta (degna rivale di quelle di
Dorothy Martin,
Lzzy Hale, …), capace di assecondare con disinvoltura il funambolico
George anche nella melodia adescante e “nervosa” di “
Impatient”.
“
Closer to heaven” accentua la componente
hard-blues del
sound, catturata nella sua incarnazione più ammiccante, e se il risultato appare piacevole (soprattutto grazie al cantato), andiamo addirittura meglio nella successiva “
Ring me around” con il suo
refrain a “presa rapida”.
Arrivati a “
Devastating times” si ha la netta impressione che la scaletta sia stata concepita in “crescendo”, tanto è efficace la suadente struttura armonica del pezzo e l’intensità interpretativa della
band, mentre tocca a “
Waltzing nites” sospendere l’ascesa artistica del disco, arrestata da una solo gradevole dissertazione nei territori
sudisti.
La scura e possente “
Just business” e le rarefazioni
psych di “
Mind eraser” riprendono ad intrigare per il loro clima vagamente alla Alter Bridge / Tremonti, l’incalzante “
Run for your life” è una piccola bomba sonica perfetta per esaltare le doti dei due primattori dei
Casandra’s Crossing e non spiacciono neppure l’andamento strisciante e ipnotico di “
Wicked woman” e l’enfasi di “
Kneel before you”, un bel modo per mantenere la linea del gradimento uditivo dell’albo su livelli abbastanza elevati.
La scoperta di una laringe qualificata e ruggente (chissà come se la cava con le
ballad … sarebbe stato interessante scoprirlo …) e la conferma dell’integrità e della (ammirabile)
verve di un grande musicista, sono le due prioritarie suggestioni che si traggono dall’ascolto del debutto dei
Casandra’s Crossing … per il futuro (se ci sarà …) non sarebbe male un ulteriore incremento nella varietà delle soluzioni espressive (magari accentuando un po’ l’affabilità e l’incisività melodica del suono), ma se vi piacciono le belle voci femminili, le chitarre frementi e l’
hard-rock “attualizzato” e muscoloso, “
Garden of Earthly delights” fa certamente per voi.
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