Rieccolo.
Il buon vecchio
Chris Impellitteri, con il suo stile inconfondibile, la sua tenacia, il suo entusiasmo, elementi da sempre incontaminati, nonostante le 60 candeline spente quest’anno; insomma, una vera e propria “Macchina da Guerra”!
A ben 6 anni di distanza dall’insipido (almeno, tale è la mia opinione)
The Nature Of The Beast, il chitarrista californiano torna in pista, con questo ben più incisivo
War Machine, uscito per la nostrana
Frontiers Records.
Oltre ai fedeli compagni di viaggio
Rob Rock (voce) e
James Amelio Pulli (basso), dietro le pelli, fa il suo ingresso in formazione il grande
Paul Bostaph, un drummer che non ha certo bisogno di presentazioni.
Di tutti i virtuosi della chitarra,
Chris è forse colui che, più degli altri, nel corso del tempo (ormai sono ben 37 anni di onorata carriera) è riuscito a creare un sound unico, non focalizzato esclusivamente sulle prestazioni del suo strumento (comunque inevitabilmente al centro dell’attenzione), ma che riesce ad amalgamarsi in maniera del tutto equilibrata, all’interno di un contesto, fatto di armonie, cuore e sostanza.
In questo senso,
War Machine non fa certo eccezione ed
Impellitteri ci regala un lavoro davvero bello, denso di brio ed efficace, forse talvolta, con delle soluzioni compositive un pò ripetitive (
Out Of Mind,
Beware The Hunter), ma pur sempre caratterizzate da trame melodiche di pregevole fattura, da ottimi assoli, riffs taglienti e fraseggi chitarristici di tutto rispetto; del resto, la classe di
Chris è sempre cristallina, a dispetto dell’impietoso incedere del tempo!
Probabilmente però, il vero valore aggiunto di questo album, è proprio da individuare nel drumming particolarmente vigoroso di
Paul Bostaph che trasmette quella sferzata di energia di cui, il sound della band, negli ultimi anni, aveva bisogno. In tutti i brani infatti, la ferocia esplosiva della batteria, conferisce alle composizioni una carica trascinante; dalla title-track, a
Wrathchild (no, non si tratta della cover di quella che pensate voi), passando per
What Lies Beneath e
Power Grab, fino a giungere alla conclusiva
Just Another Day.
Insomma,
War Machine, presumibilmente non sarà il disco dell’anno (obiettivamente, ne sono usciti di migliori, in tutti i sottogeneri), ma è comunque un lavoro decisamente valido ed è sempre un piacere ascoltare
Chris e soci!
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