Strano a dirsi, ma tra le frangi più underground del Metal, il cosiddetto “War Metal” (per chi non lo sapesse, una sorta di Black/Death Metal marcissimo e sparato a mille all’ora) negli ultimi anni è più attivo che mai, diventando forse un trend vista la smodata quantità di nuovi virgulti che si approcciano al genere.
Pure l’Italia non si fa pregare in questo (pur arrivando in ritardo come spesso accade in questi lidi) e tra i vari esponenti di un certo livello possiamo vantare i
Necromorbid.
Dopo due anni di gavetta tra concerti più o meno piccoli e pubblicazioni minori, i giovani
Feral Forms sono riusciti a fare uscire il loro esordio per la sempre attenta
Everlasting Spew Records.
“
Through Demonic Spell” è senza alcun dubbio un album realmente infernale, sia nelle atmosfere evocate, che nel suono sprigionato.
Permettetemi di dire già da ora che il livello è impressionante se si pensa che stiamo parlando del primo full della band, se poi pensiamo al livello medio (decisamente basso) del War Metal, beh, lo è ancora di più.
In effetti il War Metal è un sottogenere molto rozzo e minimale che al suo interno vede act davvero mediocri (come i canadesi
Revenge) avere un successo ragguardevole per quanto concerne questa nicchia s’intende.
Il debutto discografico dei triestini
Feral Forms NON inventa assolutamente nulla di nuovo e anzi, potremmo pure aggiungere che di personalità ne ha pochina, però… però è un disco di un certo livello qualitativo che per quanto primordiale e istintivo sia, ha una sua logica e una sua intelligenza compositiva al suo interno.
Innanzitutto ho trovato davvero azzeccata la durata: finalmente il coraggio di fare un disco lungo 29 minuti, senza allungare inutilmente il brodo.
Il suono sprigionato è massiccio, zanzaroso e chiudendo gli occhi, con un po’ di immaginazione si aprono davanti a noi i cancelli dell’inferno con una marcia inesorabile di sterminate legioni infernali atte a conquistare la terra.
Il sound è stordente, non c’è una reale tregua, quasi fosse un brutale flusso di coscienza che per i non amanti del genere si traduce in uno stile troppo monolitico.
In “
Through Demonic Spell” troveremo l’ombra onnipresente dei
Blasphemy, l’alone malsano dei primi due album di
Bathory, il tutto unito alla bestialità di un “
Twilight of the Idols - In Conspiracy with Satan” dei
Gorgorth.
Non adatto a tutti, ma chi si addentrerà in queste spire infernali potrebbe non emergerne più, dopotutto l’atmosfera mortifera qui è davvero palpabile.
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