Diciassette anni, ci sono voluti diciassette anni per risentire questo combo francese.
Band che è rinata dalle proprie ceneri più volte come l’araba fenice, torna quest’anno con il quarto sigillo che è un concept album.
Qui abbiamo del prog metal di taglio moderno, che non cerca di assomigliare ai soliti noti maestri del genere ma cerca una via personale.
Questo ritorno è potente ma ricco di melodia dal taglio malinconico come nelle tracce “
The lightest straw”, “
Luke” e “
Sostalgia”; a volte va dritta al punto come nelle aggressive “
Without a second thought” od in “
Ok”, dove nella prima c’è persino un growl a rendere più marcata la volontà dei transalpini di mostrare più frecce al proprio arco.
Certo qualche volta ho l’idea che cerchino il ritornello furbetto facile da cantare sotto il palco ma ci sta se c’è anche sostanza come in questo caso.
Pensate che nella breve ed acustica “
Better off dead” il mood mi ha portato col ricordo ai ben più noti
Muse per lo stile, ma con un cantante molto versatile come
Manuel Munoz vai tranquillo che sa toccare le corde emotive giuste.
Buono, anzi, molto buono; i francesi mi erano pressochè sconosciuti ma devo ammettere che sono felice di averli scoperti con questo gran bel lavoro.
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