Loudblast - Altering Fates and Destinies

Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2024
Durata:54 min.
Etichetta:Listenable Records

Tracklist

  1. FROM BEYOND II (THE RETURN)
  2. PUTRID AGE OF DECAY
  3. CRYSTAL SKIN
  4. MISERABLE FAILURE
  5. HE WHO SLUMBERS
  6. SON OF NAMELESS MIST
  7. DARK ALLEGIANCE
  8. INHALE THE VOID
  9. CURSED AND VEILED
  10. FORTRESS
  11. THEY'LL NEVER CATCH THE GLINT OF SUNLIGHT AGAIN
  12. THE PATH TO THE END
  13. FORBIDDEN PLEASURE

Line up

  • Stéphane Buriez: vocals, guitars
  • Hervé Coquerel: drums
  • Frédéric Leclercq: bass
  • Nicklaus Bergen: guitars

Voto medio utenti

Per festeggiare i (quasi) quarant'anni di attività - l'anno prossimo saranno 4 decadi -, il combo francese dei Loudblast rilascia il nuovo lavoro che in realtà è un "one-man" album in quanto interamente scritto dal cantante- chitarrista Stéphane Buriez evidentemente in un vulcanico periodo di creatività. Fortunatamente, a conti fatti, il disco è un buon prodotto senza momenti di stanca o troppi riempitivi segno che il songwriting di Buriez ha dato i suoi frutti nel solco di un Death Metal mai troppo furioso o veloce, ricco di stacchi e reprise ("Sons Of Namelesss Mist"), riff tecnici e un growl sempre intellegibile. Pur rimanendo nei canoni del classico Death, la musica del gruppo non disdegna mai un sottofondo melodico ("He Who Slumbers", "From Beyond II The Return", "Crystal Skin") che rende sicuramente più scorrevole e meno legnoso l'ascolto pur non perdendo un'oncia in aggressività. Il disco è un monolite di quasi un'ora di durata che si regge su una solida base di riff serrati e complessi, solos ficcanti e parecchie sovraincisioni e sezione ritmica terremotante - sopratutto il drumming -, le linee vocali sono maligne e creano spesso un climax di minaccia incobente senza che, come ho detto sopra, si arrivi mai a un certo parossismo sonoro tipico di molte band Death Metal.
La musica dei Loudblast è una sorta di "furia controllata" che farà storcere il naso ai puristi amanti ad esempio dei Cannibal Corpse, ma che attirerà d'altro canto l'attenzione di coloro che apprezzano il giusto mix fra linee melodiche, tecnicismo e violenza sonora, una sorta di Nile meno ostici.
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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