Gli svedesi
Mörk Gryning, vera e propria istituzione del Black metal melodico dai tratti sinfonici – nonostante un'interruzione di circa undici anni –, sono più di tre decadi che restano fedeli alla causa oscura, e si ripresentano, in questa fine 2024, a circa quattro anni dal precedente
"Hinsides vrede" (2020), con il loro settimo full-length:
"Fasornas tid".
Una proposta che da sempre si snoda sul filo nero che ibrida al suo interno realtà come
Emperor e primi
Dimmu Borgir, con influenze di Black/Death melodiche riconducibili a sonorità analoghe a
Dissection e
Unanimated.
Non vi sono molte considerazioni da muovere contro gli svedesi, sulla legittimità o meno nel continuare a riproporre un certo tipo di sonorità; e neanche lì si può accusare di essere eccessivamente derivativi: pur non essendo stati i primi a promuovere questo tipo di declinazione della fiamma nera, è d'obbligo ricordare che, questi ragazzi, già nel 1995, rilasciarono una gemma oscura del calibro di
"Tusen år har gått...": e questo basti a far tacere le malelingue.
Dunque, cosa dobbiamo attenderci da
"Fasornas tid"?
Niente di più e niente di meno di quel che i
Mörk Gryning hanno sempre suonato.
Un LP che si muove sulle coordinate da noi appena esposte, e che nonostante l'usura degli anni, possiede una spada nera che appare tutt'ora lucente e maledettamente affilata.
Dodici brani intrisi di una poetica occulta che, a frangenti più immediati e iconoclastici, alterna una classe sinfonica, mai eccessivamente marcata e magniloquente, bensì elegante e soppesata, creando una dicotomia artistica dal potere suggestivo assicurato. Anche se, è d'uopo ammettere che i
Mörk Gryning convincano di più quando è il lato malvagio della loro vena a prendere il sopravvento; mentre, alcune soluzioni, quando in esse prende corpo la pretesa di essere eccessivamente orecchiabili, altresì ricorrendo a un "invadente" utilizzo delle clean vocals, lasciano trasparire alcune debolezze (la scontata
"Black Angel" ne è un esempio).
In ogni caso,
"Fasornas tid" nel complesso resta un lavoro solido ed emotivo, mostrando un ensemble a cui il trascorrere del tempo non è minimamente riuscito a intaccare l'amore per il Black metal. E, dal canto mio, questo non è cosa scontata.
Recensione a cura di
DiX88
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