Ma chi me lo fa fare...
Arriva il nuovo album del funambolo belga
Dushan Petrossi e dei sui
Magic Kingdom, che riescono miracolosamente a tenere un cantante (ossia il buon
Michael Vescera, Dushan occhio alla moglie! Scherzo, su...) per più di un disco, miracolo.
E così, i Magic Kingdom si buttano nel concept album: con una storia di anime morte che tornano sulla terra e mettono in pericolo il Magic Kingdom, con un paio di cantanti lirici (
Géraldine Gadaut e
Riccardo Cecchi) ad affiancare Mike in "
The Great Retribution", con
Roma Siadletsky fisso ai growls, per cercare di dare più voci ai vari personaggi della storia, e più spessore drammatico alla stessa.
Quello che però non scorre è la qualità: le canzoni sono non solo trite e ritrite versioni di se stesse, meri soppalchi per le spirulate neoclassiche del buon Dushan, copie sbiadite del miglior Malmsteen, quindi quello di duecento anni fa, ma a volte il batterista non suona in sync con le chitarre, c'è un'aria di approssimazione che, nel 2024, è francamente imperdonabile.
Quindi è tutto da buttare? No, perché qualche guizzo c'è, lo sforzo creativo non può essere negato e qualche pezzo ingrana pure (vedi la summenzionata e magniloquente "
The Great Retribution", la veloce title-track, una buona "
The Great Rebellion", al netto delle inesattezze in fase di mixing) ; ma, per l'ennesima volta sulle pagine di Metal.it, questo "
Blaze of Rage" raggiunge la sufficienza e davvero poco altro. Spiace.
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