L'opener "
Shades of Power", solo piano e voce, sembra messa lì apposta per farmi rimangiare alcuni (pochi comunque) appunti che avevo rivolto alla prestazione di
Giuseppe Chirico ai tempi del precedente "Executive Countdown", album che risale a ben sette anni fa.
Quello che non ho invece alcuna intenzione di ritrattare è l'aver accostato i
Windrow al Power Metal ottantiano, tanto a quello di derivazione italiana quanto agli imprescindibili Helloween e Gamma Ray. Un accostamento, quest'ultimo, che ora sarebbe ad ogni modo inevitabile, vista la presenza dietro al drum kit di
Michael Ehré, uno che di Power teutonico ne ha bazzicato parecchio, sia con i già citati Gamma Ray (suonando su "Empire of the Undead") sia con i The Unity, e che tra le tante esperienze all'attivo ha lasciato il segno anche con i Metalium e Primal Fear. Un ospite gradito e indubbiamente qualificato, che si affianca al già citato
Chirico e al bassista
Carlo Fantoni (anche lui nella band sin dal primo demo, "Like an Angel..."), ai quali si aggiunge l'ultimo arrivato, il chitarrista
Luigi De Angelis.
Un'unione di intenti che dà subito i suoi frutti con un paio di brani trascinanti e all'insegna del più classico Power Metal come "
Overcome Your Fears" e "
Humanity", ma i
Windrow faranno anche meglio con "
Untouchables", dove
Chirico si mette anche alla prova salendo con la voce fin lassù dove "
l'aquila vola libera" e uscendone vincitore. Ecco che irrompe sulla scena la lunghissima (di poco sopra i nove minuti) "
Breathe of Life", robusta ma articolata e ben scandita da
Ehré, dalla quale trapela anche quel vago tocco di malinconia che sembra trasparire dalla voce di
Chirico, per un episodio che si esalta nella sua porzione finale, largamente strumentale. Quando già iniziavo a pensare che i
Windrow avessero ormai dato il meglio di loro, ecco che mi sorprendono prima con l'esemplare "
A Million Stars to See" e quindi dopo con la battagliera e corale "
The Last Legion" mentre con la più ariosa "
Lady of Blood" ci riportano al periodo d'oro del Power Metal italiano, cui si può accostare anche la seguente "
Show How You Are", rutilante ed articolato esemplare di un Power a cavallo tra l'Italia e la Germania. E proprio a quest'ultima (credo catturate dai "
raggi gamma") guardano le più stringate "
Wake of Time" e "
Ride Out". Ci si avvicina a tappe forzate alla fine di un album che sforerà comunque i settanta minuti di durata, con l'ambiziosa e strutturata "
Endless March" (che aggiunge al menù un po' di Kamelot ed Angra agli altri ingredienti già noti), con tanto di inserimenti di archi e quelle orchestrazioni che poi danno il via a "
Against the End", che cavalca a spron battuto verso la fine, qui affidata a "
Faith", dove voce e piano tornano a duettare, stavolta lungo un vero e proprio brano, che via via sale di intensità, con l'ingresso sulla scena degli altri musicisti consolidandosi in una Power Ballad non particolarmente originale ma pulsante ed intensa il giusto.
Da sottolineare infine anche l’ottima resa sonora, grazie al lavoro di
Cristian Ice presso i Temple of Noise e di
Francesco Mattei agli Underworld Studio.
Ecco come dovrebbe essere suonato (ieri, oggi, domani…) il Power Metal.
Grazie ai
Windrow per avermelo ricordato.
Metal.it
What else?