Copertina 7

Info

Anno di uscita:2024
Durata:51 min.
Etichetta:House of Mythology

Tracklist

  1. GHOST ENTRY
  2. A CITY IN THE SKIES
  3. FORGIVE US
  4. NOCTURNE #1
  5. LOCUSTS
  6. HOLLYWOOD BABYLON
  7. THE RED LIGHT
  8. NOCTURNE #2
  9. HELIAN (TRAKL)

Line up

  • Nils Petter Molvær: Trumpet (track 3)
  • Paschalis Zervas: Design
  • Anders Møller: Mixing
  • Vegard Kleftås Sleipnes: Mastering

Voto medio utenti

Che carriera camaleontica quella degli Ulver: ogni volta che si affacciano sul mercato discografico, sono sempre pronti a stupire con questa o quella svolta stilistica imprevista e improvvisa.
Vero, gli ultimi anni per questi lupi norvegesi sono stati leggermente più lineari, con gli ultimi due lavori in studio incentrati su un Synth Pop dalle infinite sfumature di nero e di grigio. Nel mezzo un paio di live improvvisati nei quali si saltava dal Drone minimalista ad un'elettronica scintillante, e giusto per non farci mancare nulla, pure un'immaginaria colonna sonora da piccoli brividi.

Alla faccia del “leggermente più lineari”, eh?
A fine 2024 gli Ulver quindi tornano (solo in digitale, per i vari formati fisici bisognerà attendere la prima metà del 2025) con questo nuovo lavoro dal titolo “Liminal Animals” che, ovviamente, non ha assolutamente nulla a che fare con il Metal, né tantomeno con quel Black Metal che fece muovere i primi passi a Rygg (Garm all’epoca) e soci.
Eppure siamo qui, ad aspettare ogni loro uscita discografica e a parlarne di volta in volta.
Bene, ma gli Ulver in questo giro di giostra che si sono inventati?
Beh, diciamo che questo è un album che al tempo stesso è sia molto vicino, che molto lontano dai precedenti “The Assassination of Julius Caesar” e “Flowers of Evil”, il perché è presto detto: sempre di Synth Pop si parla, certo, ma adesso la forte venatura Dark Wave e gli accenni Industrial sono stati completamente accantonati, per atmosfere decisamente meno cupe e opprimenti.

Non un lavoro esattamente solare ed “happy” intendiamoci (i testi contrastano con queste basi particolarmente sbrilluccicose), ma non si arriva alla cupezza di certi Depeche Mode o ad un’andatura fredda e meccanica di certa Elettronica tipicamente tedesca.
La voce di Rygg è sempre quella, melodica e riconoscibile, c’è un gran lavoro di produzione e tanta cura nei synth vari che, manco a dirlo, sono protagonisti e, di tanto in tanto sopraggiungono dei piccoli tocchi di classe che fanno sì che questo album si elevi tra la massa, oltre ad un certo gusto melodico.
In uno scenario stilistico del genere, giunge inaspettata la coda finale di “Helian (Trakl)”, che con i suoi undici minuti di durata complessiva, conduce per mano l’ascoltatore in un un’ambiente crepuscolare e notturno con tanta classe e maestria quasi fosse un altro disco all’interno del disco stesso.

I capolavori sono altri e gli Ulver hanno fatto decisamente di meglio in passato, c’è un certo senso di già sentito, specialmente nella secondo parte del lavoro che se non fosse per la brillante canzone conclusiva, avrebbe concluso in maniera un po’ mesta questo lavoro.
La morte prematura di Tore Ylvisaker (l’uomo della svolta con l’ambizioso e coraggioso “The Marriage Of Heaven And Hell”), fa intravedere delle nubi all’orizzonte, ma intanto chi ha apprezzato l’ultima fase di carriera di questi lupi norvegesi, in questo “Liminal Animals” avrà di che godere ancora una volta con l'ennesimo lavoro di una discografia sempre interessante.

Piccola postilla conclusiva: da notare il coraggio avuto dagli Ulver che zitti zitti, hanno pubblicato questo lavoro completamente a sorpresa in pratica.

Recensione a cura di Seba Dall

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.