In perfetto anonimato, i due musicisti australiani, sostenuti dalla nostrana
Avantgarde Music, giungono con
"Anthropic Bias / Departure", a tagliare il traguardo del settimo full-length.
Sicuramente non è nel DNA dei
Mesarthim tentare di uscire dai tracciati usuali, e dunque non è certo con queste due lunghe tracce che iniziano a stravolgere le carte in tavola. Al contrario, si limitano a riproporci nuovamente il loro Black metal dai tratti cosmici e avanguardistici.
Indubbiamente la qualità di insieme è buona, inoltre il gruppo ha già ampiamente dimostrato di aver talento da vendere. Quindi riescono a riconfermarsi unendo, ancora una volta, le classiche grammatiche del Black con frangenti dall'afflato caldo ed estremamente melodico; dove in tutto ciò risulta fortissima la texture Avantgarde, la quale oscilla tra Electro music, Psy-trance, derive Goa, momenti altisonanti e quasi ballabili. Probabilmente è proprio questa componente Avantgarde che, nel lavoro che stiamo prendendo in esame, lascia un po' storcere il naso, poiché, talvolta, si presenta forse con troppa invadenza, ma soprattutto in modalità non sempre ben congegnate. Mi riferisco principalmente a una certa sensazione di scontatezza, quasi di campionamento senz'anima, che si ha di tale matrice elettronica in alcuni passaggi dell'opera; soprattutto sto pensando alle parti più danzabili, le quali, tra l'altro, mi appaiono anche quasi mal coniugate con il contesto nero di base.
Sia chiaro, non ho niente in contrario contro le sperimentazioni, e la scelta di recensire i
Mesarthim non è stata casuale: ero consapevole di ciò a cui andavo incontro. Semplicemente mi aspettavo qualcosa di più elegante da due musicisti di questo calibro.
In ogni caso, se siete degli eclettici della fiamma nera vi consiglio di ascoltarvi lo stesso
"Anthropic Bias / Departure", poiché il talento di questi misteriosi australiani è innegabile.
Recensione a cura di
DiX88
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