Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:42 min.
Etichetta:Pride & Joy Music Classixx

Tracklist

  1. STARBOUND
  2. RISE OF THE UNDERDOG
  3. TAINTED HEART
  4. SOMEWHERE SOMETIME SOMEHOW - FEAT. MARK HOLDEN
  5. JOKER (IN THE HOUSE OF CARDS)
  6. GO FOR THE LEGENDS
  7. SHUT IT OUT
  8. ON THE STREETS AGAIN
  9. WITHIN THE DEPTHS OF LOVE
  10. ALL UP
  11. TAINTED HEART (INSTRUMENTAL SYNTHWAVE MIX) - FEAT. TAEKWONDO

Line up

  • Oz Hawe Petersson: guitar, keyboards, backing vocals
  • Fredrik Werner: vocals, guitar
  • Olof Gadd: bass, backing vocals
  • C.D: drums, percussions

Voto medio utenti

Può sembrare strano ristampare un album uscito nel 2021, ma come confermato dalle note promozionali di questa riedizione di “Starbound” curata dalla Pride & Joy Music (per la sua sezione Classix), il disco in questione è diventato di difficilissimo reperimento (anche a causa della chiusura della AOR Heaven).
Giustificata l’iniziativa (analoga a quella realizzata per “Transition” e “House of mirrors”) non rimane che commentare i contenuti di quello che è finora l’ultimo lavoro in studio degli svedesi Osukaru, formazione ideata da Oz Hawe Petersson e che ha trovato in Fredrik Werner un efficace catalizzatore vocale delle sue velleità artistiche.
Aspirazioni che si rivolgono con determinazione, dopo alcuni “tentennamenti” del passato, alle peculiarità dell’hard melodico ottantiano, con incursioni nel class-metal californiano.
Un suono, insomma, rivolto agli estimatori di (primi) Winger, Black n’ Blue, Great White, Bad English ed FM, i quali potranno, ne sono certo, gradire sia la vivacità ispirativa del songwriting e sia la competenza della formula “celebrativa”.
Poter contare sull’ugola ardente di Werner (quest’anno apprezzato anche in Daytona e nella “all star band” assemblata dallo stesso Petersson, denominata Oz Hawe Petersson’s Rendezvous) è certamente da considerare un importante “valore” da inquadrare all’interno di un percorso espressivo solido e ben congeniato, che in quest’albo conferma e amplifica le qualità già ampiamente esposte nel precedente “House of mirrors”.
La linea melodica adescante della title-track accoglie l’astante in maniera affabile e gradevole, ma è grazie alle cromature metalliche di “Rise of the underdog” che arriva la prima vera scossa della raccolta, replicata anche nella grintosa solennità di “Tainted heart”, una sorta di “liturgica” jam-session tra Dokken e FM.
Impossibile, poi, se amate i Boulevard, non provare un fremito d’emozione per “Somewhere sometime somehow”, a cui contribuisce proprio il magico sax di Mark Holden, mentre “Joker (in the house of cards)”, con il suo riff arcigno e le viziosità bluesy, aggiunge un pizzico di attitudine “stradaiola” al contesto sonoro, ben gestito dalla laringe Bolton-esca di Werner.
Le gagliarde spigliatezze adulte di “Go for the legends” (vagamente alla Danger Danger), lasciano il posto ad una ficcante “Shut it out”, che emerge dalla pregevole collezione di brani per tensione interpretativa e buongusto compositivo, seguita dalle seducenti pulsazioni blues di “On the streets again” e dal romanticismo di “Within the depths of love”, grazioso ma non particolarmente impressionante.
Il brioso clima soulful concesso a “All up” concludeva la scaletta originale, qui invece è la versione strumentale di “Tainted heart” (realizzata con il contributo di Taekwondo, side-project synthwave di Erik Modin, batterista di Wildness e Houston) a sigillare l’ascolto di “Starbound”, un albo che merita le vostre preziose collezioni discografiche e fomenta l’attesa per la nuova incisione (sempre patrocinata dalla Pride & Joy Music) degli Osukaru, prevista nella prima metà dell'anno 2025.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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