La montagna è ardua, inospitale, dura e spesso tragica; questo perché l’uomo cerca il senso di sfida che lo anima andando a scalare cime proibite perendo nell’impresa.
Questo è uno di quei tragici episodi accaduti negli anni 30 che il trio svizzero vuole raccontare in musica.
Lo fa attraverso un black metal gelido, ma con melodie melanconiche e screaming acidissimi.
Quel voler tentare la sorte con fatica e dolore lo si capisce con tracce come “
Senkrechte welten” dall’andamento cadenzato dove la batteria sovrasta le chitarre con sfuriate improvvise.
“
Todesbiwak” viene aperta da chitarre acustiche per poi ecco arrivare l’attacco tellurico che rallenta diventando epicità tragica con il vocalist
Fluss che urla tutta la mestizia che portano le ferite, la volontà di rivalsa verso un freddo inospitale che ti entra nelle ossa e nell’anima.
Questa voglia purtroppo non verrà ripagata favorevolmente ma troverà il tragico finale con “
Alptraum”; lenta discesa nell’abisso bianco e roccioso, blast beats e pause acustiche con interventi di screaming selvaggi con venti gelidi a solcare il brano.
Questo album è pieno di emozione che alterna violenza e momenti più atmosferici ma sempre di gusto, va preso ed assaporato lentamente per comprendere il racconto narrato in musica.
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