Copertina 6

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2024
Durata:44 min.
Etichetta:Total Metal Records

Tracklist

  1. SON OF FIRE
  2. THOUGHTS OF DESPAIR (APOGNOSIS)
  3. FOREVER LOST
  4. MYSTERY
  5. SECRET OF SILENCE
  6. ECHOES OF HOPE
  7. CAN'T LET YOU GO
  8. BRIDGE OF LIFE
  9. SUNRISE

Line up

  • Dimitris Giannakopoulos: vocals
  • Makis Kaponis: guitars
  • Panos Mourtzinos: bass
  • Panos Anastopoulos: keyboards
  • Dimitris Kapoukakis: drums

Voto medio utenti

I Sunlight si ripresentano con quello che è il loro secondo album a ben nove anni di distanza dell'esordio "My Own Truth", un lavoro che all'epoca non mi era dispiaciuto e rispetto al quale assistiamo ad un cambio di rotta, perlomeno sotto l'aspetto musicale.

Infatti, quello che ritroviamo su "Son of the Sun", rispetto alle sonorità più vicine al Melodic Hard Rock del precedente lavoro, è un confortevole effetto déjà-vu, per quell'elegante Power Metal sinfonico che trasuda dai (micro)solchi del disco a riecheggiare gli Stratovarius, Dark Moor o Sonata Actica e nei brani meno pomposi, come nel caso di "Thoughts of Despair (Apognosis)" o "Mystery", pure gli Hammerfall, anche per la timbrica di Dimitris Giannakopoulos, che denota una certa affinità con quella di Joacim Cans.
Nel corso del disco, va sottolineata la presenza costante delle tastiere di Panos Anastopoulos, sempre in primo piano, talvolta a discapito degli altri strumenti e con la chitarra di Makis Kaponis e il duo ritmico, Panos Mourtzinos (basso) e Dimitris Kapoukakis (drums) a lottare per trovare spazi.

I Sunlight avevano già iniziato a registrare "Son of the Sun" nel 2019 ma per diverse vicissitudini lo avevano completato nel dicembre del 2023 per darlo alle stampe, nuovamente per la Total Metal Records, solo sul finire dell'anno seguente. Nel frattempo, hanno rivoluzionato la propria line-up, nella quale sono ora rimasti i soli Kaponis e Anastopoulos, per quanto la formazione sul disco sia ancora quella dell'esordio.

Ma, in attesa di vedere quale sarà il futuro per la formazione ellenica, come hanno chiuso i conti con il loro passato?

Non benissimo, "Son of the Sun" ha un'impronta fortemente derivativa e di maniera che offre il meglio di sé nei brani più vivaci come "Echoes of Hope" o nella fluente "Sunrise" (tra Secret Sphere e Nightwish) ma dalla poca personalità e non sempre equilibrati nei suoni soprattutto, come già sottolineato, per via delle tastiere spesso fin troppo invasive, e comunque ben interpretato dall'ottimo Giannakopoulos, in grado di rivitalizzare anche una ballad alquanto indolente come "Secret of Silence". Cantante che però ora è fuori dal progetto, aspettiamo quindi i Sunlight alle prese con un nuovo lavoro, meno tormentato e maggiormente rappresentativo.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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