Copertina 6

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2007
Durata:69 min.
Etichetta:SPV
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. OVERTURE
  2. SOMETHING WICKED PT.1
  3. INVASION
  4. MOTIVATION OF MAN
  5. SETIAN MASSACRE
  6. A CHARGE TO KEEP
  7. REFLECTIONS
  8. TEN THOUSAND STRONG
  9. EXECUTION
  10. ORDER OF THE ROSE
  11. CATACLYSM
  12. THE CLOUDING
  13. INFILTRATE AND ASSIMILATE
  14. RETRIBUTION THROUGH THE AGES
  15. SOMETHING WICKED PT.2
  16. THE DOMINO DECREE
  17. FRAMING ARMAGEDDON
  18. WHEN STAR COLLIDE (BORN IS HE)
  19. THE AWAKENING

Line up

  • Tim Owens: vocals
  • Jon Schaffer: guitar
  • Troy Seelie: guitar
  • Dennis Hayes: bass
  • Brent Smedley: drums

Voto medio utenti

Quando appena qualche mese fa ho ascoltato e recensito “Overture of the wicked”, singolo apripista per questo nuovo “Framing armageddon”, avevo riposto più di una speranza negli Iced Earth, speranze che purtroppo non si sono assolutamente avverate. Inutile girarci troppo intorno, il nuovo lavoro della band di Jon Schaffer è un disco mediocre. E la cosa che mi preme far notare è che la band ha fallito proprio là dove non doveva, e cioè quando le sue intenzioni erano quelle di pubblicare un album imponente, la prima delle due parti ispirate a “Something wicked this way come”, album capolavoro della band pubblicato ben dieci anni fa. E il tentativo è stato fatto con ben 19 brani, anche se ben otto di questi non sono altro che brevi e per lo più inutili interludi. Partiamo proprio da qui: qual è il senso di inframmezzare brani che già di per se contengono cambi di atmosfere, arpeggi e quant’altro serva a spezzare la monotonia di una canzone? Ma il problema, purtroppo, non è solo questo, in quanto anche i brani veri e propri non convincono, anzi, in più di un’occasione stancano proprio. Già, perché quello che appare più evidente ascoltando questo cd è che questa volta le idee siano latitanti, il che parlando di Jon Schaffer non depone a suo favore. Stilisticamente continua l’evoluzione che da un po’ di tempo ha interessato la band, quindi ancora un passo verso un metal di stampo classic/epic a discapito del vecchio power thrash. Se a questo aggiungiamo l’evidente differenza stilistica tra l’ottimo Tim Owens e il suo predecessore Mattew Barlow il gioco è fatto… In tutto ciò 3-4 brani sopra la media comunque ci sono, ma purtroppo non bastano a salvare le sorti del cd… a tal proposito segnalerei “Something wicked pt.1”, con un bel riff iniziale e una bella apertura epica con il buon Ripper a farla da padrone, “Setian massacre”, diretta ed epica al punto giusto, la già nota “Ten thousand strong”, presente sul mini cd di cui sopra, un po’ più aggressiva della media del cd, e “The domino decree”, che si discosta un po’ dalle sonorità del cd grazie alle sue aperture seventies, dettate anche dall’uso dell’Hammond che dà quel tocco di calore in più alla canzone. Ora voi vi chiederete: su 19 brani ne segnali solo quattro? Beh, questi sono quelli più meritevoli, poi c’è sicuramente qualcos’altro di interessante qua e là, ma per il resto è noia, con brani troppo spesso lunghi e dispersivi che non tengono alta l’attenzione durante l’ascolto. Altro aspetto che non tanto mi è piaciuto molto è il fatto che il cd strabordi di cori alla Blind Guardian. Che l’influenza di Hansi abbia fatto perdere la testa al buon Jon? Di sicuro c’è che Schaffer ha perso un po’ le redini e durante la composizione del cd s’è lasciato prendere un po’ troppo la mano. Meno brani, meno intermezzi, meno canzoni lunghe avrebbero giovato alla riuscita del disco. Spesso la sintesi è una dote, non certo solo un segno di carenza di idee, e mai come in questo caso mi sento di avvalorare questa tesi. Dispiace parlare in questi termini degli Iced Earth, ma purtroppo quando le cose non quadrano penso sia necessario farlo notare. Un cd riuscito a metà, un mezzo passo falso che poteva essere evitato tranquillamente semplicemente restando più sobri e coi piedi per terra.

Prima di concludere permettetemi una lagnanza da recensore: ok, siamo abituati ai voiceover nei promo, ma inserirli 3-4 volte all’interno di un solo brano, per di più quando si tratta di frasi anche molto lunghe, non agevola di fatto il nostro lavoro.
Secondo me si sta un tantino esagerando, a maggior ragione visto che si tratta di un ritrovato alquanto inefficace per combattere la prolificazione degli album in rete.
Alla lunga ti viene voglia di togliere il cd e mandare tutto a quel paese… peccato che non sia possibile farlo e che quindi bisogna arrivare in fondo nonostante la tortura di cui ho appena parlato…
Recensione a cura di Roberto 'Dulnir' Alfieri

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