Herculean Death è una Black metal band statunitense formata nel 2020 a Portland, Oregon. Il gruppo inizialmente era composto da due membri:
Cascadian Destroyer of Degenerate Hordes (voce, chitarra e basso) e
Jared Moran (batteria). Attualmente invece risulta accreditato come one man project, vedendo come membro stabile il solo
Cascadian Destroyer.
Al momento, sotto tale moniker, sono stati rilasciati uno split con i connazionali
Obsidian Grave, due EP e un full-length nel 2024:
"Glory of Death's Triumph", realizzato sotto l'egida della
Dark Adversary Productions, etichetta che proprio quest'anno ha pubblicato anche l'ottimo
"Flames of Samūm" dei maestri dello USBM
Black Funeral (di cui abbiamo trattato recentemente).
Leggendo l'area di provenienza del progetto
Herculean Death, e il nome del suo frontman, non si deve cadere nell'inganno di pensare alle classiche sonorità tipiche del Cascadian, poiché altrimenti se ne rimarrebbe inesorabilmente delusi. Qui siamo di fronte a una forma di Black metal che incarna perfettamente, per quel che riguarda il sound complessivo, il mood delle prime releases del genere; essendo, innanzitutto, contraddistinta da una produzione estremamente raw e, inoltre, presentando quell'attitudine senza compromessi che conduce gli artisti della sacra fiamma nera a prestare più attenzione alla sostanza, piuttosto che alla forma: o meglio, a prediligere uno stile essenziale… Dunque non disgustatevi se troverete qualche sbalzo sonoro, suoni impastati e piccoli errori nel timing della batteria.
La particolarità di questa prima opera lunga dello statunitense è di fondere la cattiveria primordiale del Black scandinavo – con particolare riferimento al
True Norwegian Black Metal di
Darkthrone e
Immortal, e ad alcune "classiche" sguaiatezze della scuola finlandese – con quel substrato più melodico e atmosferico che tanto imperversava a metà anni '90, unito a un'attitudine epica/battagliera di matrice Viking che potrebbe, tranquillamente, riprendere dai
Bathory di
"Blood Fire Death" (1989), conducendoci così verso lidi leggermente più ariosi. Benché questo non si tramuti in costrutti eccessivamente melodici, sia chiaro: l'attitudine iconoclasta viene preservata; tuttavia lo scream assume registri leggermente più variegati che contribuiscono a conferire pathos eroico e guerriero al telaio portante. Inoltre, tali aperture si ripercuotono anche nel guitarwork, presentante talune armonie che si fondono con ritmiche incalzanti limitrofi all'Heavy, e ad alcune sue riplasmazioni in chiave nera, effettuate di frequente proprio nei tempi ultimi – e, non a caso, lo
USBM è stata una delle principali fucine propulsive per tale orientamento.
Se siete in cerca di un album di
autentico Black metal, dove sporcizia sonora, gelo siderale e nichilismo misantropico trovino l'opportunità di colludere, affiancati da una certa armonia di sottofondo, impreziositi da scenari che vi facciano riaccendere il desiderio di tornare alle nostre origini di combattenti – superando la vile paura della morte che tanto caratterizza l'eunuco moderno –,
"Glory of Death's Triumph" sarà per voi manna dal cielo.
Da parte mia sostegno incondizionato.
Recensione a cura di
DiX88
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