Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2025
Durata:35 min.
Etichetta:Jawbreaker Records

Tracklist

  1. WALL BREAKER
  2. BACK ON THE STREETS
  3. LIVING ON THE EDGE
  4. IN THE DEAD OF NIGHT
  5. DEJA VU
  6. 1000 TONS OF METAL
  7. SYMPHONY OF HATE
  8. STRANGERS
  9. SOUL REAPER

Line up

  • Fisabil Mahardika: drums
  • Arif Wahyu Ramadhan: guitars, vocals
  • Ardhy Dwiatmoko: bass
  • Rizaldy Adriananda: guitars

Voto medio utenti

La band indonesiana mi mancava!
Adesso, grazie al secondo capitolo discografico dei Tumeggung, intitolato Back On The Streets (caratterizzato da un artwork, a dir poco, imbarazzante) uscito per la Jawbreaker Records, posso finalmente dire di aver colmato questa lacuna, all’interno del mio “curriculum musicale”.
Il combo asiatico, guidato da Arif Wahryu (voce e chitarra), ci propone un heavy metal nudo e crudo, figlio di sonorità ottantiane mai dimenticate, che spaziano dallo speed metal (si ascoltino tracce come 1000 Tons Of Metal, Symphony Of Hate, Soul Reaper, o la stessa title-track), all’AOR, fino a giungere all’hard rock (vedasi Living On The Edge, Strangers, oppure la semi-ballad Deja Vu).
I Tumenggung si trovano decisamente a loro agio nei panni nostalgici dei “metallari anni 80”: ci credono e si divertono, ci mettono tanta passione e altrettanto sudore; dunque, va riconosciuto loro il merito di aver creato un disco di cuore (cosa non da poco di questi tempi!)
Tuttavia, nonostante il suddetto entusiasmo compositivo che coinvolge tutti i membri della band, Back On The Streets (penalizzato anche da una produzione non ottimale) si rivela, alla lunga, privo di quella scintilla capace di infiammare veramente i cuori.
L'assenza di incisività ha un peso specifico non indifferente e finisce per svilire le composizioni che, seppur gradevoli, non mordono mai, muovendosi su binari sempre troppo lineari.
Insomma, Back On The Streets, pur essendo un album pienamente sufficiente ed apprezzabile, sia nelle sue parti più melodiche, che in quelle più tirate, manca del classico guizzo che gli permetterebbe di spiccare il volo. Purtroppo invece, i Tumenggung, nonostante la loro genuinità, non riescono mai ad azzannare il pezzo e, alla fine, restano un pò di amaro in bocca e una sgradevole sensazione di incompiuto, per un lavoro che convince, ma solo a fasi alterne.


Recensione a cura di Ettore Familiari

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