Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2019
Durata:48 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. REIGN OF GODS
  2. ASGARD'S HYMN
  3. ALL TOGHETER
  4. DEVILISH ROAD
  5. PATRIOT'S SONG
  6. THE GREEK PRESENT
  7. AGE OF STEEL
  8. VALHALLA GATES
  9. ONE DAY WE SHALL BE FREE

Line up

  • Damian Leif: vocals
  • Ritchie Blacksmith: guitar
  • Agla Hodr: guitar
  • Jon Ian Adams: bass
  • Chris Lang: drums

Voto medio utenti

La Pure Steel Records pubblica in edizione vinilica il terzo lavoro dei canadesi Ice Vinland, uscito lo scorso anno come cd autoprodotto. Il sestetto americano ha una vera devozione/ossessione per la cultura e mitologia vichingo-scandinava e la evidenzia in ogni propria manifestazione estetico-musicale. Agghindati come i protagonisti del serial televisivo "Vikings", sciorinano una carrellata di brani che parlano di divinità Asgardiane, cancelli del Valhalla, ere d'acciaio e virile fierezza guerriera. Il loro stile è una commistione tra muscoloso heavy metal con forti vibrazioni power ed un tocco di epicità iperborea. Per chiarire, potenti strutture alla Blind Guardian/Iced Earth con un pizzico di classic-epic che richiama i mitici Heavy Load.
Le tracce sono lunghe ed articolate, talvolta un po' prolisse, ma gli Ice Vinland dimostrano comunque di sapere il fatto loro. Guidati dalla acuta voce di Damian Leif, riescono a produrre buoni assalti metallici di matrice tradizionale, con riff turgidi, ritmiche battenti ed assoli maideniani. I titoli più rimarchevoli sono le battagliere "Asgard's hymn", "All togheter" e "One day we shall be free", che veicolano l'atmosfera irsuta e feroce dei saccheggi medioevali, insieme alle più melodiche e dark "Devilish road" e "The greek present" che mostrano invece un'attitudine maggiormente epic/power, con qualche reminiscenza dei Manowar.
Album solido e divertente, metallico e melodico, pieno di cavalcate heavy da "defender" ortodossi con momenti aggressivi e passaggi epic-folk. Rimangono alcune perplessità sull'impostazione vocale, a mio parere un pò troppo morbida per il genere, ed anche sulla lunghezza di certi brani che pare eccessiva. Comunque, i canadesi si rivelano come dignitosi interpreti del genere.

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