Gli
Ice War sono una "one-man band" proveniente da Ottawa, in cui tutto ruota intorno alla figura dell'eccentrico polistrumentista
Jo Capitalicide.
Una produzione oscura (quasi sepolcrale) e volutamente datata, il cui obiettivo è chiaramente quello di riesumare i fasti dei tempi che furono, fa da ambientazione ideale per
Feel The Steel, addirittura settimo sigillo discografico (a soli dieci anni dal debutto) della band canadese.
Questo nuovo lavoro degli
Ice War è un concentrato di influenze provenienti dal metal classico, in tutte le sue varianti; si va dall’epicità di
Virgin Steele (la title-track) e
Manowar (
Red Fire, Lost To The Void), a sonorità più vicine agli
Iron Maiden (
Venom, Shine Bright, Damnation), passando attraverso atmosfere che strizzano l’occhio al melodic-AOR, con tanto di tastieroni-synth anni ’80 (
Memories), fino a giungere a qualche influenza neoclassica di malmsteeniana memoria (
Choice Is Ours).
Fino a qui, tutto bene.
Il problema di
Feel The Steel risiede nella qualità delle composizioni, decisamente fiacche ed eccessivamente schematiche che, alla lunga, non convincono.
Se, infatti, da un lato il song-writing può contare su trame melodiche gradevoli, soprattutto nei refrains (anche se di facile presa) che, a conti fatti, rappresentano il punto di forza del disco, dall’altra parte, i brani suonano, nel complesso, troppo scontati, rivelandosi innocui.
La prestazione di
Jo Capitalicide, dal canto suo, è accettabile come musicista, ma lascia parecchio a desiderare quando indossa i panni del cantante, dove manca di incisività e sembra non avere il pieno controllo del proprio range vocale, soprattutto sulle tonalità medio-alte, apparendo palesemente sofferente.
In conclusione,
Feel The Steel è un album scolastico e piatto. Al primo ascolto, potrebbe risultare anche piacevole, per merito di linee melodiche che attecchiscono facilmente nelle orecchie dell’ascoltatore; tuttavia, si percepiscono, da subito, i suoi limiti e la sua fragilità compositiva e, dinnanzi all’impietosa prova del tempo, difficilmente questo album potrà reggere.
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