Quanti di voi hanno mai sentito anche solo nominare i
Sacrosanct?
Rispondete sinceramente!
Personalmente, prima di questa recensione, non ne avevo mai sentito nemmeno parlare.
Eppure, posso garantirvi che la band, originaria di Enschede (Olanda), composta da membri, sia olandesi che tedeschi, è nata addirittura nel lontano 1988 (anche se poi è rimasta inattiva dal 1994 al 2017) e che oggi, con il nuovo
Kidron, uscito per la
RPM/Rock Of Angels, giunge addirittura al traguardo della quinta fatica discografica.
Oltre a quanto sopra, nella line-up attuale, figurano almeno due personaggi di spicco; ovvero
Randy Meinhard (già chitarrista dei
Pestilence ai tempi di “
Mallevs Malleficarvm”), e il giovane batterista
Jonas Schütz (fino al 2024, drummer dei leggendari
Atrophy), che si aggiungono a
Max Morton (voce, basso) e
Gerrit Knol (chitarra).
Ovvio che, con personaggi di tale calibro ed esperienza, non poteva non essere concepito un bel disco.
Kidron è infatti un album qualitativamente valido, in cui, emotività, sostanza, eleganza ed efficacia, viaggiano a braccetto, senza pestarsi i piedi. I
Sacrosanct riescono a dosare, in maniera bilanciata, le differenti sfaccettature del loro sound, miscelando un metal melodico e diretto, a momenti più progressivi ed elaborati, senza mai dimenticare le loro origini thrash.
Alle partiture maggiormente tirate, fanno da contraltare delle linee vocali e delle tessiture chitarristiche estremamente musicali, che rendono il risultato finale decisamente piacevole e mai scontato.
Ne vengono fuori delle tracce brillanti, talvolta dirette (come le ruvide
Marching Days o
Aveging Angel), in altre circostanze invece, più articolate, ma altrettanto incisive (
Gethsemane o anche
Before It Ends), che strizzano vistosamente l’occhio a diversi sottogeneri, richiamando influenze di numerose bands, appartenute ad un passato non necessariamente remoto (emblematiche, a tal proposito,
Coming Of The Scorpion, oppure
Doorway Of Dreams, che sembrano essere uscite da un album di 15-20 anni fa dei
Redemption).
Insomma, se ancora non li conoscete,
Kidron è il disco ideale per rompere il ghiaccio con i
Sacrosanct; un album di discreta fattura e dalla produzione cristallina, che si rivela più che mai poliedrico, visto che è pieno zeppo di sfumature differenti, oltre ad essere molto più profondo di quanto l’elevato tasso melodico possa far sembrare, ad un primo rapido (e quindi superficiale) ascolto.
Insomma, come diceva il buon Guido Angeli (pace all'anima sua): "
Provare, per credere!"