Copertina 6

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2025
Durata:44 min.
Etichetta:Signal Rex

Tracklist

  1. STYGIAN NIGHTMARE
  2. SOJOURNER OF THE DARK PASSAGE
  3. THE SCYTHEWIELDER
  4. ESCHATON MAGICKS
  5. DEATH'S MORDANT BLAZE
  6. EMPYREAN GRAVES
  7. WHEREIN THE DEVIL DWELL

Line up

  • E. Rustad: bass
  • K. Tiller: drums
  • A.R.: guitars, vocals

Voto medio utenti

Come giustamente notato dall'ottimo Emiliano in occasione della recensione del loro debut album, ormai uscito sette anni fa, i Nachash, pur suonando black metal e pur essendo norvegesi, con il suono della loro madre patria centrano davvero poco e, come mostrato in precedenza, ci propongono un ibrido tra la vecchia scuola greca, quella dell' "abyssic metal" di Necromatia o Varathron, e le derive norvegesi della seconda ondata, unendo il tutto a certe inflessioni di matrice thrash con atmosfere plumbee e prive di luce.
Purtroppo per loro, i Nachash, nonostante i tanti anni passati dal disco precedente, non sono stati in grado di evolversi e, di fianco a "cose" molto buone (penso al riffing portante della title track o all'ottima suite finale, davvero sulfurea), piazzano, all'interno di "Eschaton Magicks", molti momenti che si accartocciano su se stessi senza sapere bene dove andare restituendo, dunque, all'ascoltatore una spiacevole sensazione di "vorrei ma non posso" che sembra permeare tutto l'album affossandone il valore complessivo.
Non siamo al cospetto di un disco "brutto", questo mi sembra corretto sottolinearlo, quanto, piuttosto, a qualcosa di incompleto per via di una formula che a volte funziona, soprattutto per le atmosfere che crea, e che altre, invece, proprio non sta in piedi, probabilmente perchè le capacità sul pentagramma non sono tali da permettere un mix così ardito.
Probabilmente, ma questa è solo la mia opinione, i Nachash migliorerebbero qualora decidessero di dirigersi verso una sola strada, ma è anche vero che, visto il tempo trascorso, questa è la loro musica con tutti i suoi difetti ed i suoi pregi e come tale va accettata non fosse altro per la coerenza mostrata e l'indubbia passione che muove questi tre ragazzi.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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