Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2025
Durata:34 min.
Etichetta:Ván Records

Tracklist

  1. OF FUROR AND ECSTASY
  2. ARATRON
  3. WALLS COME CLOSER
  4. A THOUSAND AND MORE
  5. AKASHA
  6. ON PYRE

Line up

  • R.: bass
  • L.: drums
  • J.: guitars
  • Z.: vocals

Voto medio utenti

Arriva come un macigno nero sulle nostre teste il nuovo album dei tedeschi Morast, intitolato 'Fentanyl', con il suo contenuto pregno di sofferenza, dolore e tormento. Attivi ormai da molto tempo, sin dal 2015, in questi dieci anni la band non ha mai nascosto la propria ammirazione per sonorità estreme, al limite della claustrofobia, lente e imperterrite. La musica che questi quattro musicisti ci hanno offerto durante tutta la loro attività non è stata certo molta, tre album in studio (compreso quest'ultimo), un recente EP e qualche split, ma sicuramente ha dato subito l'identità precisa della direzione perseguita e di come la coerenza sia un qualcosa di estremamente radicato nella filosofia del gruppo. 'Fentanyl' non smuove molto il terreno, e seguendo sia la durata complessiva dei suoi predecessori, sotto i quaranta minuti, sia un songwriting tanto lento quanto ostinato nel suo distruggere qualunque cosa gli si pari davanti, è sicuramente pane per i denti di qualunque amante delle sonorità death/doom metal.

Anche qui, i Morast non si sprecano nel comporre molti pezzi, solo 6, ma è nella qualità dei singoli che si è testimoni di una crescita musicale, graduale, ma presente da parte dei tedeschi. Si passa da 'On Pyre', funerea nel suo incedere, a 'Of Furor and Ecstasy' che suona come una vera e propria marcia sui corpi di un nemico già sconfitto e trucidato, sul quale passare equivale solo a un maggiore senso di vittoria, sporca, ma comunque vittoria. 'Aratron' allunga un po' troppo il discorso, ma comunque si resta su livelli più che buoni. La band decide, saggiamente, di non provare nuove strade o di allungare le varie canzoni,a puntano più su territori a loro conosciuti, con tutti gli eventuali rischi, se così vogliamo definirli, che ne conoseguono. Ed effettivamente forse non stiamo parlando di un album con il botto, ma di una prova che è Morast al 100%, per nulla prolissa, e che, come detto, saprà allietare i palati di chi con questi suoni ci va a nozze. O forse, meglio al funerale.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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