Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:50 min.
Etichetta:Memorial Records

Tracklist

  1. RUE D'AUSEIL 01:13
  2. BLIND FIENDS OF THE ANCIENT EVIL
  3. FROM THE UNSAFE SHRINES COMETH THE ABYSS
  4. PLATE XII
  5. ENCEPHALITIC CYST
  6. LET THE VULTURES SING OUR DEEDS
  7. CLOSING THE GATES
  8. PREMATURE BURIAL
  9. VISCERAL BREEDING ARMY
  10. PROMISED UNHEAVEN
  11. THE SLEEP OF INANNA
  12. MANIFEST OF CHAOS
  13. GLORY TO MY ENEMY

Line up

  • Manuel Guerrieri: vocals, guitars
  • Andrea Velli: guitars
  • Gabriele: bass
  • Edoardo Velli: drums

Voto medio utenti

Alla faccia dei vari Masterchef, Cotto e Mangiato, Cuochi e Fiamme e altre migliaia di programmi culinari che non se ne può davvero più, i riminesi Crawling Chaos intitolano il loro debutto discografico Repellent Gastronomy.

La band, nata nel 2005, dopo un demo del 2009 e un cambio di line up, registra il primo disco che ora andiamo ad analizzare nella sua ricetta.
Questi extreme-chef propongono un sostanzioso piatto i cui ingredienti sono genuini ma non proprio facili da digerire. La parte principale è una bella porzione di Testament e Lamb of God che viene condita con abbondanti dosi di Death e una spolverata di Behemoth sui quali viene adagiata una potente voce in growl, adeguatamente bassa e profonda (anche se alla lunga un po' monotona), il tutto su un letto di una consistente base ritmica in cui, oltre alla batteria, spicca il lavoro di basso dal suono secco e con molta presenza. Lasciate suonare per 45 minuti poi servite con una produzione pulita e adeguata, ad opera di Simone Mularoni (DGM, Empyrios), e il piatto è pronto!

Divagazioni culinarie a parte, Repellent Gastonomy è un disco godibile in cui è forte la presenza delle succitate band sia nel riffing che nelle armonizzazioni, in ogni canzone è infatti ben distinguibile l'impronta delle loro influenze, a cui aggiungerei un po' di industrial, soprattutto in Closing the Gates. Forse è proprio questa la piccola pecca nella loro proposta. Nonostante le indubbie capacità musicali e l'ottima padronanza dei propri strumenti, espressa anche con buoni assoli tutt'altro che improvvisati, manca un po' di collante. I Crawling Chaos fanno fatica a dare una direzione precisa al lavoro e si perdono forse troppo nella moltitudine di correnti musicali che trascinano i musicisti.
Capiamoci, è un album che mi è piaciuto e ho ascoltato molto, non è però ancora completamente a fuoco secondo il mio parere, naturalmente ragionando in termini internazionali. Dategli un ascolto, gli spunti interessanti non mancano.


Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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