Evidenti cambiamenti in casa Azathoth, dove tutti i limiti presenti (ed inesorabilmente evidenziati dal nostro Max 'Cotecum' Cottica…) sul precedente demo del 2004, vengono spazzati via con questo nuovo lavoro, dal titolo "Empty Corpse Requiem". 5 Nuove canzoni, più un’introduzione, composte ed eseguite sicuramente meglio, con una registrazione ed una resa sonora decisamente superiori. Anche il genere proposto non è passato del tutto indenne alla ventata di novità, si tratta sempre un feroce Thrash Metal che ora, spesso e volentieri, si protende a soluzioni Death e Black Metal.
Dopo le campane ed i canti gregoriani dell'intro "Empty Corpse Requiem", arrivano prima "Catch Your Noose" dove si sente una marcata influenza dei Kreator, e poi la cadenzata "Unknown Walls", e qui si avverte una chiara dipendenza dallo Swedish Death Metal, con gli Azathoth che ad ogni modo, danno prova di sapersi destreggiare con disinvoltura in entrambi i generi.
A sorpresa ecco che poi che ad aprire "Howl of Innocence" arrivano un piano ed una voce femminile, soluzioni che non possono che favorirne l'accostamento ai vecchi Theatre of Tragedy. Se con questo pezzo gli Azathoth hanno aperto uno spiraglio alla melodia, la successiva "Preacher’s Sin" è sicuramente la più crudele del demo, un taglio quasi Black Metal (sopratutto nel cantato di un migliorato Follega Emanuele) e con un interessante lavoro delle chitarre, sopratutto in fase solista. Un bel riffone thrasheggiante apre poi la conclusiva "Everybody Sleeps", che si rivela maggiormente ancorata al Death Metal e dove si fanno apprezzare anche i synth del guest Alessandro Bombardini.
Molto curato l'aspetto lirico (si tratta, infatti, di un mini concept ispirato da "L'antologia di Spoon River" del poeta americano Egdar Lee Master) come pure la grafica ed il packaging.
Messo in soffitta il loro primo demo, gli Azathoth con il nuovo "Empty Corpse Requiem" hanno dato saputo replicare alle critiche che gli erano state mosse rimettendosi in carreggiata.
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