Summoning in salsa bretone.
Con questo stringato incipit possiamo ben inquadrare l'esordio, per la
Antiq Records, dei
Cercle du Chêne, progetto della bravissima
Joanna Maeyens e del suo compagno
Hyver (Grylle, Hanternoz, Hyver, Véhémence tra gli altri) i quali, accompagnati da altri musicisti, creano questo
"Récits D'automne Et De Chasse", album nato
"sotto una quercia gigante, dove gli animali del bosco si riuniscono e si raccontano le novità del mondo umano".
Un suono, dunque, cadenzato, epico, fiabesco, ma anche grezzo, che tanto deve ai maestri austriaci, ma che, comunque, ha la sua buona dose di personalità derivante dalla provenienza geografica del gruppo e dal suo attaccamento ai miti ed alle tradizioni della propria terra.
Un album del genere, se vogliamo molto semplice e mono-tono (per le poche variazioni), si gioca tutto sulle atmosfere che riesce a creare, ed in questo i
Cercle du Chêne sono davvero abili nella loro capacità di trasportarti in un universo parallelo, ricco di leggende e misteri, un universo "antico" che ci viene dipinto con incedere marziale, voci aspre e declamatorie, tappeti di tastiere dallo squisito retrogusto medievale ed un uso delle sei corde molto attento a delineare un riffing mai contorto ma, sempre, evocativo e maestoso.
Al resto ci pensano, poi, i magnifici cori fomentanti, le poche, ma efficaci, accelerazioni più violente, e la struttura stesse delle canzoni che rievocano, in un contesto molto diverso, quelle dei già menzionati Summoning che, come una sorta di musa ispiratrice, vegliano su un album che farà breccia nei cuori di tutti gli amanti di questo particolarissimo tipo di metal.
Chiudete gli occhi, impugnate le spade, sellate i destrieri e lasciate perdere la pochezza spirituale e morale dei nostri giorni: un viaggio a ritroso nel tempo vi attende...
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