Gli
Unholy Impurity sono una Black metal band italiana formatasi nel 2014 in Sardegna. Al momento hanno rilasciato uno split album e due full-length, di cui l'ultimo nel 2025:
"Oculus Mortis" (
Masked Dead Records).
Un tritono sinistro, affiancato da colpi solenni, che si snoda tra
Slayer e
Black Sabbath ci prende per mano accompagnandoci all'interno di un'inesorabile tempesta oscura che proprio da lì prende corpo – grazie a tremolo e colpi martellanti, benché articolati – in un climax ascendente di malvagità e inquietudine mortifera.
L'atmosfera tratteggiata dai sardi è opprimente, caliginosa e innervata da un'aura mistica da cerimoniale diabolico, dove la loro arte nera tesse le fila di sacrifici e simbolismi occulti, tramite un Black metal fortemente influenzato dal Doom e, in lieve misura, dal metallo della falce, riprendendo perlopiù dalla declinazione della fiamma nera svedese operata da realtà come
Watain (era
"Casus Luciferi" – 2003) ed
Ofermod, con, ovviamente, ampi riferimenti anche al panorama norvegese – a detta degli
Unholy Impurity sembrerebbe che uno dei loro punti di riferimento sia rappresentato dai più recenti, e ottimi,
Celestial Bloodshed.
"Oculus Mortis" è un album realmente ben strutturato e con un tocco vecchia scuola molto accentuato. Questo a partire dalla produzione, "nitida" ma dall'effetto analogico e, in generale, sia a livello compositivo, che di attitudine alla materia, siamo di fronte a un prodotto integralmente vocato al crudele fascino dell'antica fiamma nera. E, se non si fosse già inteso da quanto appena scritto, non è tanto con la violenza sonora, o con artifici tecnici, che gli
Unholy Impurity desiderano imprigionarvi nel loro flusso nero, bensì con la forza del potere suggestivo della capacità interpretativa di cui sono dotati, resa fruibile grazie a una genuina abilità nello strutturare situazioni completamente immerse in una poetica macabra, sgorgante dal più profondo degli abissi.
Un'opera che riconferma quanto di buono fatto con l'ottimo – e forse più variegato e improntato alla velocità –
"Bones Worship" (2019); acquisto consigliato.
Recensione a cura di
DiX88
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