Una cosa è certa:
Marko Hietala sa scrivere canzoni.
“Pyre Of The Black Heart” è tuttora uno di quei dischi che riascolto regolarmente con piacere, e il nuovo
“Roses From The Deep” potrebbe “rischiare” di fare la stessa fine.
C’è un po’ più di cafonaggine di stampo Eighties rispetto al sopraccitato predecessore dal gusto Seventies, evidente nell’introduttiva
“Frankenstein’s Wife” o nel rifframa di
“Proud Whore”. La kashmiriana
“Left On Mars” (con il cameo dell’ex collega
Tarja) fa il paio con la lunga e battagliera
“Dragon Must Die”, che controbilancia episodi personali dalle orchestrazioni eleganti del calibro di
“Two Soldiers” e della titleatrck.
Se
“The Devil You Know” spicca per il groove coinvolgente, la successiva
“Rebel Of The North” concentra in poco più di quattro minuti anni e anni di tradizione hard rock, così come la più ricercata
“Impatient Zero” non rinuncia a un ritornello orecchiabilissimo e senza troppi fronzoli sulla falsariga dell’essenziale
“Tammikuu”.
Niente male davvero.
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