Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2025
Durata:47 min.
Etichetta:Spirit Stone Records

Tracklist

  1. TITANIUM
  2. ROBOTS
  3. BULLSHIT
  4. DRAGON AGE
  5. FIRE
  6. BRAINEATER
  7. STILL UNDEFEATED
  8. STARBORN
  9. SCREAMING
  10. WANT YOU
  11. 666
  12. THE JOKER (BONUS TRACK)

Line up

  • Deborah “Debbie” Craft: vocals
  • Richard “Rio” Wolfhart: guitar
  • Sylvana “Silly” Lenzschau: bass
  • Oliver Wolfhart: organ
  • Martin Monroe: drums

Voto medio utenti

Sebbene intitolare “Bullshit” il proprio settimo album sottenda da parte dei WolveSpirit intenti ambiziosi e provocatori (oltre che condivisibili …), una decisione di questo tipo è senz’altro da ritenere “coraggiosa” e potenzialmente autolesionista.
Troppo facile, infatti, ironizzare sulle scelte dei tedeschi qualora i contenuti dell’opera siano pienamente conformi alla sua intestazione, in realtà riferita alle innumerevoli fake news che contraddistinguono la nostra epoca e al fatto, ancor più grave, che spesso si è più disposti a credere a tali falsità piuttosto che vedere la realtà in tutte le sue sfumature.
Ciò detto, indipendentemente da qualunque altra considerazione, penso che “Bullshit” sarà accolto con numerose perplessità, sia dagli estimatori della band e sia dagli eventuali nuovi adepti.
Da valutare c’è innanzi tutto la voce granulosa e aspra di Debbie Craft, primo elemento verosimilmente divisivo della faccenda, seguito a ruota dalla svolta “modernista”, non sempre pienamente focalizzata, accordata nell’occasione all’hard-rock del gruppo.
La prestazione della Craft, in tale contesto, non risulta particolarmente convincente ed è sufficiente, per esempio, ascoltarla inseguire le scansioni sincopate di “Robots” o destreggiarsi con fatica nella foga anthemica della title-track, per rendersi conto delle sue difficoltà, all’interno, e questo è l’aspetto fondamentale dell’intera questione, di una proposta sonora che vorrebbe essere “attuale” e invece suona piuttosto artificiosa e disorganica.
Andiamo meglio quando la band frequenta i territori più “classici” di “Titanium” e “Want you”, mentre la stoner-escaDragon age”, interessante per il contributo iridescente delle tastiere, sconta un cantato eccessivamente “forzato” e le enfatiche escursioni metalliche di “Still undefeated”, “666” e “Screaming” non si segnalano per particolari picchi espressivi.
Le pulsioni elettroniche di “Fire” e della cupa "Braineater” (in cui affiorano barlumi della neue deutsche haerte) appaiono “esperimenti” intriganti e tuttavia ancora abbastanza confusi, così come non convince del tutto nemmeno il tocco gotico elargito a “Starborn”.
Con il viscoso ritornello della bonus-trackThe joker” si esaurisce un programma molto controverso, apprezzabile per i propositi di “rinnovamento” del settore, un po’ meno per come al momento le mette in pratica, autorizzando l’ascoltatore a considerare “Bullshit” un episodio di transizione nel corposo percorso discografico dei WolveSpirit ah, per essere chiari anche nei confronti di chi volesse fare lo “spiritoso”, segnalo che, nonostante il risultato non esattamente entusiasmante, le vere “st…upidaggini” nella musica contemporanea sono ben altre.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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