I
Verheerer sono una Black metal tedesca nata nel 2008 a Flensburg, nello Schleswig-Holstein. Come il nome, tradotto dal tedesco
"Devastatore", con il loro sound aspirerebbero a riflettere potenza ed intensità assolute.
Dopo aver debuttato con l'EP
"Archar" nel 2015, hanno pubblicato il primo full-length,
"Maltrér", nel 2018, seguito nel 2019 da
"Monolith", e da un live album nel 2023.
Dopo alcuni anni di silenzio, nel febbraio 2025 il gruppo ha annunciato il terzo album,
"Urgewalt", in uscita il 4 aprile sotto
Vendetta Records.
"Urgewalt" si muove su coordinate Black piuttosto classiche declinate all'interno di una produzione che segue il corso moderno del genere; con suoni, dunque, gelidi e potenti benché piuttosto nitidi, a tratti "cristallini", pur senza risultare artefatti.
I tedeschi tendono a creare strutture corpose e dall'effetto rotondo – sempre, e solo, se rapportato alla media del genere – con evidente influenza, oltreché del Black a cui siamo oggi abituati, a formazioni della prima ondata come
Celtic Frost,
Bathory e
Venom, dove frequentemente si viene sovrastati da tonalità apocalittiche veicolate tramite solenni declamazioni. Le forze portanti del disco determinano moti nefasti e arrembanti, in cui i teutonici non si risparmiano dal picchiare duro, benché tutto resti sempre estremamente bilanciato con frangenti atmosferici e melodie, per uno spettro sonoro che, nell'insieme, risulta assai pluristratificato, trovando respiro perfino qualche lontana reminiscenza sperimentale (non dissimilmente, seppur su lidi diversi e, nel caso dei teutonici, in misura inferiore, a quanto fatto dagli
Hellheim con
"Blod & ild" – 2000).
Personalmente, in linea generale, io vi ho avvertito anche varie situazioni armoniche dal feeling vicino all'Icelandic black metal, sulla scia dei
Potentiam, e dei più attuali, e nervosi,
Nyrst.
"Urgewalt" è sicuramente un prodotto ben riuscito, oltreché curato in tutti i suoi dettagli; tuttavia, a mio avviso, appare ancora leggermente carente di quella scintilla che potrebbe, realmente, rendere degna di memoria la proposta artistica dei
Verheerer.
Recensione a cura di
DiX88
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