Unbounded Terror - Something Is Rotten in Humanity

Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2025
Durata:32 min.
Etichetta:Xtreem Music
Distribuzione:Imperative PR

Tracklist

  1. FEAR OF DYING
  2. DESTINY OF EVIL
  3. DEMONS IN YOUR MIND
  4. REVIVING
  5. INSIDE DEATH
  6. THE DISAPPOINTMENT
  7. DIVINE VIRTUE
  8. BELIEVING AGAIN
  9. THE EVIL CAUSE (INSTRUMENTAL)
  10. I'M A FREAK (WICKED LADY COVER)

Line up

  • Vicente Payá: Guitars
  • Andrew Spinosa: Bass, Vocals
  • Engelbert Rodas: Drums

Voto medio utenti

Gli spagnoli Unbounded Terror, seppur con una carriera discontinua e breve in termini di pubblicazioni, possono essere benissimo considerati, insieme agli Avulsed, tra i padri fondatori del Death metal spagnolo – risalendo al 1992 il loro primo full-length "Nest of Affliction". Si riaffacciano in questi giorni di aprile 2025, a distanza di circa tre anni dal precedente "Echoes of Despair", con il loro quarto LP: "Something Is Rotten in Humanity", rilasciato sotto il patrocinio della Xtreem Music.

"Something Is Rotten in Humanity" si presenta con il classico stile senza compromessi e totalmente devoto all'old school di fine anni '80 prima metà dei '90, con patterns piuttosto lineari, suoni ruvidi e dal flavour analogico di cui gli Unbounded Terror sono maestri.
Il terzetto con queste nove tracce si prodiga su costruzioni che alternano i classici up tempo – dove comunque sia le articolazioni restano sempre tutto sommato comprensibili, non scadendo nei parossismi dei blast beats ultra triggerati tanto in voga nei tempi ultimi – a tempi medi incalzanti, con frequenti rallentamenti paludosi che ci trasportano in un antro mortifero di matrice Doom, dove affiora con forza l'influenza dei pionieri Incantation. Influenza che, insieme alle strutture ear catcher di casa Obituary e la potenza dei Monstrosity, si avverte con chiara preponderanza, soprattutto per l'alto tasso di oscurità che avvolge tutto il platter.

Indubbiamente il come back degli Unbounded Terror non è alcunché di trascendentale, tuttavia risulta estremamente piacevole, riuscendo nell'impresa di tenere alta l'attenzione per tutto l'arco dei suoi 32 minuti di durata: vuoi grazie a un potenziale distruttivo che talvolta raggiunge picchi elevati, vuoi per vari hooks disseminati qua e là…
In sintesi, una sana dose di Death metal vecchia maniera che, per quanto mi riguarda, è sempre cosa gradita.

Recensione a cura di DiX88

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