Quanta prolificità in casa
Severed Angel; ridendo e scherzando, si tratta terza fatica discografica in altrettanti anni di attività!
I Newyrokesi infatti, con il nuovo
When Eternity Ends , tornano, dopo un solo anno di assenza, con il loro melodic metal dal taglio vagamente sinfonico, penalizzato tuttavia, in questa occasione, da una produzione stranamente opaca, che finisce per appiattire l’opulenza del sound dei Nostri.
E non è nemmeno l'unico problema di questo lavoro...ma andiamo con ordine.
Dopo un inizio decisamente poco convincente, affidato a
Through The Eyes Of Time in cui la band, soprattutto nel ritornello, tenta di scimmiottare malamente i
Kamelot più recenti (dunque, nemmeno quelli più ispirati), i
Severed Angel si rimettono poi immediatamente in carreggiata, optando per composizioni più personali e graffianti, quali l’agrodolce
Cry Out To The World, la spigolosa
Like Lightning, oppure la mefitica
The Demon’s Alive.
Sembra andare tutto per il verso giusto, eppure si tratta del classico "fuoco di paglia" e, pian piano, iniziano a palesarsi tutti i limiti della band.
Innanzitutto, le linee vocali, affidate a
Alex Repetti, che risultano spesso confuse e finiscono per smarrirsi in sentieri tortuosi, privi di meta; emblematiche, a tal proposito, tracce come la disordinata
Shed o
In My Skin, brano quest’ultimo, che segue un canovaccio sconclusionato, in cui il vocalist, durante una strofa, finisce addirittura per “rappare” il testo, in maniera sconsiderata e del tutto inopportuna.
Stendiamo poi un enorme VELO PIETOSO su
Wolf’s In Sheep’s Clothing , con i suoi orrendi suoni moderni e quell'orripilante retrogusto plasticoso che attecchisce fastidiosamente alle orecchie dell’ascoltatore (vi sento: “
Aaargh....Maledetto Boomer!!!!”)
Infine, le parti sinfoniche, lasciate opportunamente in secondo piano, suonano spesso come dei corpi estranei alle composizioni e raramente riescono ad amalgamarsi armonicamente con la struttura delle canzoni.
Tutto sommato, è un vero peccato, perchè
When Eternity Ends presenta delle buone trame e degli spunti interessanti, specialmente a livello strumentale, per merito delle chitarre dello stesso
Alex Repetti e di
Lou Mavs, melodiche e, al tempo stesso, taglienti e corpose.
Ma, è davvero troppo poco per lasciare il segno.
When Eternity Ends è un album che potrebbe anche piacere agli amanti di un certo tipo di symphonic metal (in stile
Serenity, tanto per intendenrci), ma è oggettivamente incostante ed oltremodo confusionario. Un disco in cui, sotto il profilo musicale, sebbene vi siano delle idee valide, si assiste a troppe cadute e ad una netta contrapposizione tra la sfera sinfonica e quella più corposa dei brani che, in questo modo, anziché essere valorizzati, ne escono impoveriti, artisticamente e qualitativamente.