Sembra proprio che i finlandesi
Goats of Doom non riescano mai a trovare la formula vincente, e non fa eccezione il nuovo
"INRI" rilasciato inizialmente in forma indipendente nel 2024, e nuovamente ora in questi giorni di fine aprile 2025 sotto l'egida della
Purity Through Fire.
I
Goats of Doom ci propongono sette tracce che si muovono su una forma di Black metal molto seminale con elementi ripresi da
Horna e
Behexen – quest'ultima influenza ravvisabile anche nello scream invasato adottato da
Scaregod – su cui si inseriscono molteplici influenze Epic viking, riscontrabili, oltreché in talune cavalcate melodiche di fattura Classic, nelle frequenti clean vocals richiamanti a
Bathory e
Moonsorrow. Tutto ciò viene inoltre corroborato da un impianto Post-black tendente al Progressive, contraddistinto da toni estremamente armonici e caldi che, purtroppo, proprio come le voci pulite, mal si coniugano con l'impianto di base vocato al nichilismo più intransigente.
"INRI" è un'opera che fallisce nel tentativo di risolvere l'aporia in cui i
Goats of Doom si trovano intrappolati fin dai loro albori. Ovvero nel loro tentativo di strutturare dialetticamente gli elementi eterogenei e contrastanti di cui abbiamo appena fatto menzione.
Brutalità, melodia, divagazioni progressive, misticismo ed epicità battagliera, come ogni ascoltatore smaliziato del genere sa bene, è possibile farle coesistere organicamente ma, purtroppo, questo non è il caso della settima fatica in studio dei finlandesi.
Recensione a cura di
DiX88
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